Letterine

Luciana Littizzetto insulta Matteo Salvini: "Ce lo siamo apertamente sfrantumato!"

Roberto Tortora

Come di consueto a Che Tempo Che Fa sul Nove, il programma di Fabio Fazio con intrattenimento e interviste ad ospiti illustri, Luciana Littizzetto conclude i suoi interventi comici con una lettera, in stile scolaretta, scritta ad un rappresentante della politica italiana.

Questa volta è toccato al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, dopo che negli ultimi mesi i disagi ferroviari si sono moltiplicati e l’ultimo caso del treno partito con 50 minuti d’anticipo, per evitare un ritardo dovuto ad un guasto sulla linea, ha scatenato polemiche e anche corpose prese in giro.

 

 

 

Questo il succo della missiva della Littizzetto a Salvini: "Sono mesi che i treni sbarellano, e io ti vedo ovunque meno che sul pezzo. Con Vannacci, alla festa della Lega, la festa dei nonni, a rompere le palle ai centri sociali, a inaugurare i pastifici col capello da cuoco... Tu che sei amico della Le Pen, lasciaci dire che le pen, il nostro, ce lo siamo ampiamente sfrantumato. Ormai l’unico mezzo di trasporto in Italia puntuale è la nave per portare i 7 immigrati in Albania. Quindi, almeno 7 persone su 60 milioni non arrivano in ritardo".

 

 

 

"Oh capitano, mio capitano… E gli scioperi, e i treni che si sfasciano, e le strade che si distruggono, e binari che si sciolgono. Due mesi fa un chiodo sulle rotaie, che sembrava Italo disco…È un chiodo fisso, un imprevisto. Se devi prendere un appuntamento di lavoro ormai dici solo un orario, ma sul giorno in cui arrivi resti vago… La “coincidenza” non è più quando scendi da un treno al volo per salire sull’altro! La coincidenza adesso è se, per una botta di culo, sei sul binario giusto davanti al treno giusto che arriva quando è giusto. Scusa se mi permetto. Ma cosa facciamo il Ponte sullo stretto a fare se poi abbiamo una rete ferroviaria si sta smarmellando di giorno in giorno? È come se uno abitasse in una palafitta e dicesse: ma sai che quasi quasi mi compro una Lamborghini? Ma sei cretino? Ma mettiti un tetto sulla testa prima di comprarti la macchina figa. Come lo chiami un mondo dove tutti parliamo di ambiente e di green e poi i mezzi pubblici non funzionano? Io lo chiamo Un mondo al contrario, come direbbe un tuo amico".

"Ci sei mai stato in una stazione? Nei tabelloni ormai ci sono solo pubblicità. Vedi gigante il culo delle modelle di Calzedonia e ti serve il microscopio per leggere l’orario del tuo treno… Vai all’ufficio informazioni e gli impiegati ti dicono: “Eh non abbiamo informazioni”... e allora chiamati “Ufficio del non ne ho la più pallida idea” Ufficio del “cheminchianeso” così non mi faccio illusioni… E quando scoppiano i casini o ci sono gli scioperi sacrosanti, ci dite: 'Ci sarà un certo numero di treni garantiti'. Garantiti da sto grandissimo marameo. Garantiti da cosa e da chi, che quando capita c’è una bolgia senza fine? Tutti accalcati, tutti che protestano, i capi stazione che vagano sui binari come le vacche del Far West, la gente che ulula, i ritardi sui tabelloni elettronici che scendono e salgono come la azioni in borsa, cosa vuoi garantire? Pure le panchine sono sparite. Matteo caro. Tu forse non sai che i pendolari non sono più persone. Sono forme di vita. Sono esseri a forma di sedile del freccia rossa che restano piegati a novanta in forma definitiva. Permettiamogli di lavorare da casa, incoraggiamo lo smart working come si fa in tutto il resto d’Europa, invece di eliminarlo così almeno li lasciamo lavorare da casa e anche per le Ferrovie ci sono meno problemi. Brindo a lei signor Ministro. Magari con uno spumantino e non un mojito, che porta male. La saluto, e le auguro buon viaggio… ma con l’auto blu, non in treno. E si Salvini chi può".