"Cattivo maestro"

Christian Raimo, presidi schierati contro l'odiatore: "Condanniamo le sue parole"

Salvatore Dama

Christian Raimo dice che erano critiche. In realtà le sue parole contro il ministro Valditara somigliavano molto di più a degli insulti. E, per questo, si è beccato tre mesi di sospensione dall’insegnamento con stipendio decurtato. L’associazione dei presidi critica il prof scrittore, candidato alle Europee con Avs (non eletto), perché, dice, non è così che si educano gli studenti alla tolleranza. Altri prendono le sue difese e gridano all’attentato alla libertà di espressione. Lui, Raimo, è in pena per i soldi. Ma non deve. È partita una raccolta fondi in suo sostegno e ora c’è una bella pila che lo aspetta: 13mila euro. Ci esce fuori il sostentamento per tre mesi e pure un viaggetto ai Caraibi. Noto per le uscite un filo scomposte, Raimo è quello che voleva insegnare ai suoi studenti a randellare i nazi. Erano i tempi di Ilaria Salis incatenata in Ungheria. Poi lei è finita all’Europarlamento, lui no. I toni però sono rimasti quelli da campagna elettorale. Tanto da aver detto, testuale, che il ministro Valditara andava colpito come la “Morte Nera”.

Un’iperbole, si giustifica oggi, rinunciando ai quattro quinti della sua spavalderia: quando uno fa una cappellata, oramai, è sempre un’iperbole. «Sono traumatizzato», dichiara Raimo a Radio Capital commentando la sospensione. «È un provvedimento sproporzionato, sto ancora cercando un senso ma non è facile». È pentito per aver dato del lurido al ministro? Non l’ha mai detto, giura: «Io non ho detto lurido a Valditara, ho detto che tutto ciò che dice Valditara è lurido, ma non lui. E questo è decisivo per capire il senso delle mie dichiarazioni. È stata una sintesi giornalistica sbagliata». Insiste, stavolta a Radio Rock: «Quando ho detto che Valditara, la sua azione, va colpita come la “Morte Nera” perché anello debole, stavamo ridendo. Era una metafora che voleva alleggerire la situazione. Star Wars è una metafora, mi sembrava evidente che lo fosse. Le mie parole sono state riportate in modo errato. Valditara è un liberale, non è fascista, ma non condivido le sue idee. Non è un bersaglio personale». Raimo tiene il punto: i suoi non erano insulti.

 

«Vorrei capire la ragione per cui se un docente esprime una critica al governo al di fuori della scuola, può essere sospeso dall’insegnamento con stipendio dimezzato per tre mesi». E ora sono dolori, si fa i conti in tasca il prof: «Devo pensare a come vivere con 600 euro al mese per i prossimi tre mesi». Fortuna che c’è gente generosa in giro. E arriva la colletta. Su GoFundMe centinaia di donatori hanno messo mano al portafogli per assicurare un piatto caldo al povero Christian. Tredicimila euro raccolti in poche ore e non è finita. Un piatto caldo e anche un buon bicchiere di Sassicaia. Interpellato sul caso, Valditara si chiama fuori: «Il ministero dell'Istruzione ha 1,2 milioni di dipendenti. I procedimenti disciplinari non passano dall'ufficio del ministro, sono assunti autonomamente dagli uffici scolastici regionali».

Interviene invece DirigentiScuola, il sindacato dei presidi: «Le giovani generazioni devono essere educate a comprendere la differenza tra un’opinione argomentata e il ricorso a insulti. È necessario insegnare loro che la discussione e il confronto sano si devono basare sulle idee, sulla forza dell'argomentazione e sul rispetto reciproco, compreso quello verso le istituzioni». E le frasi di Raimo, conclude il sindacato, non compatibili con i valori dell’insegnamento. Concorda Anna Maria De Luca, preside del liceo Montessori di Roma: «Se dobbiamo combattere il bullismo a scuola e insegnare il peso delle parole ai ragazzi non possiamo non condannare il peso delle parole di un docente, Raimo, contro il ministro e l’istituzione che rappresenta». Agli studenti, conclude, si sta dando un messaggio pericoloso: «Se in Italia offendere in quel modo un ministro è lecito per un docente, come possiamo pretendere di spiegare ai ragazzi che non è lecito offendere i docenti?».

Diverso l’approccio del sindacato Gilda: a valutare le sanzioni dei docenti sia «un organo terzo e indipendente, garantendo imparzialità e tutela per tutti», dice. In difesa di Raimo scendono gli studenti della Rete della Conoscenza, che manifesteranno il 15 novembre: «È l’ennesimo di una preoccupante serie di attacchi alla libertà di espressione e alla democraticità degli spazi educativi e non solo». Con il prof anche il collega scrittore Nicola Lagioia: «Paragonando Valditara alla “Morte Nera” di Star Wars Raimo si è macchiato di linguaggio figurato. Andare per iperboli costa più che passare alle vie pratiche. Si tratta di un precedente inquietante perla nostra democrazia». Eccolo, il regime.