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Paolo Liguori e l'umiliazione subita da Kamala Harris: "Da chi è stata malamente cacciata fuori"

Roberto Tortora

I risultati, quasi definitivi, delle elezioni americane stanno incoronando Donald Trump come quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti. L'America, quindi, torna ad essere repubblicana e si attende, nelle prossime ore, un discorso di resa di Kamala Harris, sconfitta nettamente dopo una campagna elettorale lampo durata appena 3 mesi. Ed è proprio su di lei che si è concentrata la discussione a È Sempre Cartabianca, programma condotto da Bianca Berlinguer, in onda ogni martedì in prima serata su Rete 4 e ieri in versione speciale extended per le elezioni a stelle e strisce.

Tra gli ospiti, anche Paolo Liguori, direttore editoriale del Riformista ed ex-direttore di TgCom24, il quale ha un giudizio netto sulla sconfitta della Harris, giustificata dai più per il suo ingresso in corso d’opera: “Voi siete un po' pietosi sulla Harris, dite poverina però si è trovata all'ultimo momento etc., è una cosa che sento dire da giorni. La realtà è che è stata cacciata malamente fuori sulla scena da un partito che ha cacciato malamente un presidente degli Stati Uniti. Io l'ho pensato pur non avendo grandissime simpatie per Biden, il modo con cui è stato fatto fuori dal suo partito e vorrei dire di più, da Obama, con molta determinazione e in una maniera quasi incostituzionale. Perché un presidente degli Stati Uniti può essere messo fuori anche con l'impeachment se fa un guaio durante la sua presidenza, è stato messo fuori con 3 comunicati e poi non sapevano chi candidare e hanno detto a Kamala vai tu”.

 

 

La Harris, intanto, non ha ancora riconosciuto la sconfitta e Jen O’Malley Dillon, responsabile della campagna elettorale della candidata democratica, ha dichiarato che “serviranno ancora ore per avere un dato più attendibile sugli Stati del cosiddetto “blue wall” (Wisconsin, Michigan e Pennsylvania), decisivi per le sorti della vicepresidente. “Dormiamo un po' e prepariamoci a chiudere in bellezza domani”, ha scritto Dillon allo staff.