Climax discendente
Alan Friedman, la "pazza notte": prima le traveggole sul voto Usa, poi sbrocca con chi non ha votato Kamala
Un climax discendete per Alan Friedman: prima tutto l'entusiasmo per una possibile vittoria di Kamala Harris, poi l'amara presa di coscienza. Alle 4.21 del mattino su X andava dicendo: "Testa a testa". Il giornalista americano sembrava non arrendersi all'idea che già a quell'ora tutte le agenzie davano Donald Trump avanti. E infatti qualcuno glielo ha fatto notare. "Non sembra buono, fratello - scrive Luca Passani, informatico Italiano che vive in Virginia -. Così tanto rosso (colore dei repubblicani negli Usa ndr). Così poco blu (colore dei democratici)". E ancora, Gabriele Iaccarino: "Sembra più una speranza che un fatto". Sì perché già alle 4 la vittoria del tycoon sulla dem era scontata.
Poco dopo Friedman sembra accorgersene e, con un altro cinguettio, commenta: "Non sembra buono, gente". Insomma, al giornalista la sola idea che il candidato repubblicano prenda il sopravvento nelle urne fa venire l'orticaria. Al commento delle 5.41 segue quello delle 8.20 dove il giornalista se la prende con chi non ha votato la Harris: "Dove sono tutte le donne che dovevano votare per proteggere i loro diritti riproduttivi? Dove erano i giovani per Harris? Assenti. E come spiegare le minoranze etniche come gli afroamericani e gli elettori latini che hanno votato per Trump, nonostante i suoi commenti razzisti?".
Col passare del tempo ecco che la speranza sembra trasformarsi in indignazione. Friedman tira in ballo uno dei personaggi dei fumetti targati Marvel: "Noi americani abbiamo avuto la possibilità di votare contro l'Hate-Monger. Abbiamo avuto la possibilità di riaffermare la democrazia. Abbiamo fallito". E alle 9.00, con Trump vincitore, un amaro cinguettio: un video del nuovo presidente. Il commento? "Trump gongola". E Kamala? Chissà se Friedman sa anche come se la passa la candidata sconfitta.