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Landini intervistato da Repubblica: "Non cita mai Elkann né Stellantis. Non ce la fa", chi lo deride

Una lunga, lunghissima intervista su Repubblica per sparare a zero su Giorgia Meloni, Matteo Salvini, la manovra, il centrodestra. E poi, ovviamente, Maurizio Landini, segretario della Cgil che insieme alla Uil ha indetto uno sciopero generale per il prossimo 29 novembre contro la Legge di Bilancio (che, ancora, non è legge...), non può esimersi dall'affrontare uno temi centrali della crisi economica, le difficoltà strutturale del settore automotive. Ma qui, ecco il capolavoro se così possiamo chiamarlo: il sindacalista più rosso d'Italia riesce nell'impresa di non citare mai, ma proprio mai, né John ElkannStellantis, che sulla crisi dell'automotive almeno in Italia hanno un ruolo da protagonista (in negativo). Sarà solo un caso, ma Elkann a capo di Exor è anche il proprietario di Gedi e dunque l'editore della stessa Repubblica. Solo una coincidenza, ovviamente. 

"Questa è la risposta di Landini sul problema dell'automotive. 'Non hanno creduto abbastanza nell'elettrico". Ma nel caso di Stellantis - e non solo - il problema è opposto. L'elettrico costa troppo, non si vende e la transizione è stata gestita male e precipitosamente - gli fa notare polemicamente Carlo Calenda, leader di Azione, sui social -. Potrebbe anche aggiungere che Elkann ha promesso cose che non ha realizzato e produce i nuovi modelli dei marchi italiani in Serbia, Polonia, Marocco. Potrebbe ricordare che Elkann ha rifiutato di venire in Parlamento. Ma la parola Elkann o azionisti Stellantis proprio non gli riesce ad uscire dalla bocca, da quando hanno comprato Repubblica, che infatti diligentemente lo intervista ad ogni piè sospinto". 

 

 

 

Per il resto, la lenzuolata in ginocchio da Landini è una serie di telefonatissimi attacchi all'esecutivo. Del concordato fiscale "ne pensavo male già prima. Ma ora si può dire senza remore: questo governo legalizza l'evasione fiscale. Anziché fare una seria riforma e prendere i soldi dove ci sono, ovvero rendite e profitti, per investire in scuola e sanità pubblica, fa condoni e marchette elettorali. Divide il Paese con l'autonomia differenziata. E mette sotto attacco l'indipendenza della magistratura", tuona Landini. 

"L'unica tassa che aumenta è l'Irpef - prosegue Mister Cgil -: 17 miliardi in più quest'anno e il 90% da dipendenti e pensionati. Se a parità di reddito un autonomo paga il 15% di flat tax e un dipendente il 43% e i profitti sono tassati al 24%, non c'è riequilibrio che tenga". Quindi bacchetta Salvini: "Il vicepresidente del Consiglio diceva di voler cancellare la legge Fornero. Invece alza l'età pensionabile a 70 anni. Chi è ridicolo? Ha preso in giro il Paese. Il 29 novembre, in piazza a scioperare, ci saranno tanti che hanno creduto alle sue bugie". 

 

 

 

"Chiederemo alla premier di ripristinare i 4,6 miliardi tagliati al settore dell'automotive che è dentro una crisi epocale. Di ridurre la spesa per armi. Di aumentare la spesa sanitaria e per la scuola pubblica - conclude Landini -. Di avviare una seria riforma fiscale,tassando rendite e profitti. Di fare una riforma delle pensioni giusta e per i giovani. Di alzare le risorse per il contratto di lavoro dei dipendenti pubblici: non basta un 6% in più contro 17 punti persi per l'inflazione. Chiederemo anche di cambiare il collegato lavoro che liberalizza la precarietà. Di investire seriamente sulla sicurezza e cancellare la logica del subappalto a cascata. Di ripristinare il fondo affitti dei Comuni. Di abrogare la legge sull'autonomia. Senza risposte, sarà sciopero".