a otto e mezzo
Giovanni Floris smentisce Vasco Rossi: "Il fascismo non è tornato"
C'è anche Giovanni Floris tra gli ospiti di Lilli Gruber a Otto e Mezzo. Qui, nella puntata in onda venerdì 1 novembre, si parla di Vasco Rossi. In particolare dell'attacco del cantante ai "nazifascisti che sono tornati". "Abbiamo prodotto un altro nemico, non è tornato e non torna il fascismo - mette subito in chiaro il giornalista di La7 -. Il problema non è questo, è la democrazia illiberale dell'Ungheria e dell'America se Trump torna. Ci sono dei tratti culturali e dell'inadeguatezza... Anche il linguaggio è molto duro. L'ultima immagine che colpisce è quella di Giorgia Meloni che con la calcolatrice da Bruno Vespa tenta di dare una versione talmente cerebrale, certo se questa è un'inadeguatezza... Non si può parlare di fascismo, ma di questo. Ecco, in un momento del genere siamo in mano a loro?". E ancora: "Il problema non sono loro, ma il periodo in cui governano".
Ma se per Floris il fascismo non torna, non si può dire lo stesso di Giovanni Barbera. Ecco infatti che il membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista corre in soccorso a Vasco Rossi: "La replica del presidente della commissione Cultura alla Camera Federico Mollicone alle parole di Vasco Rossi sul ritorno dei fascisti in Italia e le reazioni stizzite dei vari giornali di destra di questa mattina dimostrano che la destra ha la coda di paglia".
Leggi anche: Vasco Rossi ricorda il papà: "Non ti sei piegato a nazifascisti ma ora sono tornati", FdI lo gela
Finita qui? Niente affatto: "D'altronde come si fa a dare torto a Vasco Rossi? Questi due anni di governo Meloni sono stati caratterizzati dai continui tentativi di riscrivere la storia del Paese per cancellare le radici antifasciste della nostra Repubblica, dalle esternazioni nostalgiche e apologetiche da parte delle più alte cariche dello Stato, dalla riduzione degli spazi di pluralismo nel servizio radiotelevisivo pubblico, dall'attacco ai diritti civili e sociali degli italiani, dalle politiche xenofobe e dalle riforme istituzionali che vanno nella direzione di ridisegnare il nostro ordinamento istituzionale in senso autoritario. Purtroppo ci sono diversi e incontrovertibili segnali che gettano ombre inquietanti sul futuro del nostro Paese e sulle nostre libertà".