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Ignazio La Russa da Del Debbio: "Comunisti con la toga, sa qual è il problema?"
"Dov'è il limite?". Ignazio La Russa, presidente del Senato e fondatore di Fratelli d'Italia, è ospite di Paolo Del Debbio a Dritto e rovescio, su Rete 4, e parla di commistione tra magistratura e politica. Il tema, ovviamente, è quello dell'immigrazione con lo scontro ormai quotidiano tra il governo e le cosiddette "toghe rosse".
Qualche giorno fa sempre Del Debbio, a 4 di Sera, aveva mandato in onda un intervento molto duro di Matteo Salvini, leader della Lega, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepremier: "Mi sembra evidente che fra gli oltre 9.000 magistrati ce ne sia qualcuno che fa politica con la bandiera rossa in ufficio o in camera - tuonava Salvini -. Il consiglio è che si tolgano la toga: hanno tutto il diritto di avere idee di estrema sinistra, votare Rifondazione comunista o chi credono ma non possono portare la loro ideologia comunista dentro un tribunale facendo il male dell'Italia e degli italiani".
"Se stabiliscono che non possiamo espellere nessuno e dare permesso di soggiorno e accoglienza a tutti è un problema per l'Italia - concludeva il vicepremier -. Mentre tutto il mondo sta approvando leggi più severe e controlli più stretti, in Italia abbiamo dei giudici che ritengono che i confini non valgono nulla".
Su quelle parole torna giovedì sera La Russa: "Io sono convinto che quelli che Salvini chiama comunisti con la toga possono anche essere in buonafede, ci credono, sono convinti. Il problema è che le norme, in Italia, non delimitano in maniera precisa dove finisce il potere giudiziario e dove comincia il potere esecutivo e parlamentare".
Del Debbio ricorda: "Infatti lei ha detto che bisognerebbe rivedere...". "Ma non necessariamente la Costituzione - puntualizza La Russa -, bisogna trovare una definizione precisa. E chi deve farlo? Maggioranza, opposizione e magistratura insieme. Perché è interesse dell'Italia che queste invasioni di campo, a volte anche reciproche, non si verifichino".