A L'Aria che tira
Azzaro-Gasparri, volano stracci: "Invece di guardare il cellulare", "Non inizi la lezioncina..."
Scontro di fuoco tra Angela Azzaro e Maurizio Gasparri a L'Aria che tira, nello studio di David Parenzo, su La7. Al centro del dibattito l'inchiesta milanese che avrebbe scoperchiato una rete di hacker responsabile di spionaggio politico e industriale. "Io volevo fare delle considerazioni anche approfittando della presenza di Gasparri, che magari mi ascolta invece di guardare il cellulare...", ha cominciato la giornalista del Quotidiano del Sud. Che in questo modo ha subito fatto infuriare il senatore di Forza Italia. "Io ascolto sempre, guardi, non si preoccupi! - ha controbattuto Gasparri -. Non cominci con la lezioncina, si possono fare varie cose contemporaneamente". "È multitasking", ha aggiunto scherzosamente il conduttore.
Ma la Azzaro ha insistito: "È comunque un segno di scortesia se uno sta al cellulare...". "Siamo a scuola", ha replicato ironicamente il senatore azzurro. Poi la Azzaro è entrata nel merito della questione: "Pazzali (uno dei nomi finiti nell'inchiesta) è uno che era vicinissimo alla destra, è stato messo alla presidenza della fiera di Milano da Fontana, quindi come dice il Pd è destra contro destra. La destra fa tutto da sola, evidentemente c'è un problema interno alla destra e alla classe dirigente". Un'affermazione che ha fatto storcere il naso a Gasparri, che quindi ha ricordato: "All'Antimafia, visto che l'ascolto, c'era De Raho, parlamentare grillino". "Mi faccia finire, poi replica", ha detto la giornalista. E Parenzo, sempre scherzosamente, ha aggiunto: "Ridate il telefono a Gasparri".
"La seconda considerazione che volevo fare - ha proseguito la Azzaro - è su cosa fanno le authority, com'è possibile che si arrivi a 800mila dossier? Com'è possibile che il Viminale sia così poco sotto controllo? È un problema serio di democrazia, un problema importante. Cosa sta facendo il governo? Evidentemente non sta facendo abbastanza. Terza questione: ce la prendiamo con Report che fa il suo lavoro e non diciamo niente su 800mila dossier che riguardano tutti i cittadini e le cittadine italiane? La questione dei dati oggi è la più importante".