presidente delle comunità ebraiche
Noemi Di Segni, l'attacco ai "finti pacifisti": "Nelle nostre città cellule radicali"
«Dal fiume al mare». La “resistenza” palestinese. E poi quei cortei, magari anche solo ignoranti (quindi in buona fede), nel senso che ignorano la storia e anche l’attualità, che su Gaza e Gerusalemme hanno una visione distorta perché sono vittime della propaganda e non dell’informazione. Slogan, manifestazioni che qui, in Occidente, trovano spazio perché il dissenso fa parte della nostra libertà e noi non siamo disposti a rinunciarci, alla libertà, nemmeno quando sentiamo sbrodolare sciocchezze da un palco o nel rettorato di un’università occupata. Però anche il rischio, concreto, vero, reale, che ciò che una volta era indifferenza e adesso è diventato proselitismo domani possa tramutarsi in qualcosa di pure peggio. Forse esasperazione, estremizzazione. Violenza. E non altrove, cioè nel Mediorente che queste piazze, piene di giovani italiani, di antagonisti italiani, di militanti (guarda caso per lo più di una parte politica soltanto, quella sinistra) italiani, pensano sia lontano come la Cina di Marco Polo, ma nelle nostre città. Nei nostri quartieri. Dentro le nostre case. (...)