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Parenzo contro Barbacetto: "In Italia la pena di morte non esiste!"

Claudio Brigliadori

 Chiamatelo “l’indignato speciale” del Fatto quotidiano. A Gianni Barbacetto, manettaro Doc, il ruolo calza a pennello. Ospite di David Parenzo a L’aria che tira, su La7, in collegamento dal suo studio, attende, interviene, ascolta e poi, all’improvviso, riprende la parola e rovina la festa. «Devo confessare che è da un'ora che sono molto imbarazzato, siamo qui a parlare e sono molto imbarazzato a sentirmi fare la morale su tutte le questioni da uno che ha appena patteggiato una pena da 2 anni e un mese per corruzione».

Il giornalista si riferisce a Giovanni Toti, ex governatore della Liguria in studio costretto alle dimissioni per l’inchiesta ai suoi danni scoppiata a maggio e conclusa, appunto, con il patteggiamento dopo due mesi di domiciliari. «La pena di morte non esiste», allarga le braccia Parenzo, costernato.

 

 

 

«Ma io non mi faccio fare la morale – ribatte Barbacetto – da uno che ha appena patteggiato e in qualche modo ammesso la corruzione. Il patteggiamento è deciso da un giudice. Il giudice ha l’obbligo di vedere se per caso c’è prima il proscioglimento, cioè deve decidere prima se lo ritiene innocente, se non lo ritiene accetta il patteggiamento».

 

 

 

Quindi si rivolge direttamente a Toti: «Il patteggiamento è un’ammissione di responsabilità, il patteggiamento per un reato così grave come la corruzione per esercizio della funzione.... Significa: io ti do delle cose, anche legittime, ma tu in cambio mi finanzi». «Io ci ho passato l’estate a studiare, Barbacetto», replica Toti. Ma il cronista del Fatto non lo ascolta nemmeno: «È inaccettabile stare qui a farsi fare la morale da questo personaggio, quindi scusatemi io me ne vado, non voglio far parte di questo teatrino». Si alza, si toglie gli auricolari e lascia la stanza. E il dibattito, finalmente, può continuare. 

Barbacetto contro Toti, guarda qui il video di L'aria che tira su La7