Il filosofo in politica

Stefano Bonaga, l'anti-generale della sinistra: "Sogno di sfidare Roberto Vannacci"

La politica? Una passione per Stefano Bonaga. Ex docente di Antropologia filosofica all’università di Bologna, guai però chiamarlo filosofo: "Mi chiamano così, ma di filosofi ne nascono due o tre al secolo e io non sono tra quelli".

Oggi 80enne, Bonaga vanta l'ammirazione di tutti. Anche se, tende a sottovalutarsi, "a me sembra di dire banalità di buon senso. Però sono una brava persona. Una definizione che di solito fa pensare a un deficiente. Invece sono davvero una persona brava. Però continuo a non capire perché stia qui a intervistare me che non sono nessuno, un vecchio alla deriva".

Nonostante la sua età la politica rimane un sogno nel cassetto. D'altronde lui stesso la definisce "la forma più nobile dell’esistenza umana, anche se ora i partiti sono diventati comitati elettorali". E, raggiunto dal Corriere della Sera, non nasconde il suo desiderio. Ossia "un dibattito con il generale Vannacci, la versione politica di Wanna Marchi".

 

Diverso invece il parere su Vasco Rossi. "Tutti - confessa - pensano che sia un montanaro ignorante, in realtà è coltissimo, legge Kant. Le sue canzoni sembrano quelle di un sempliciotto di Zocca, invece no. Una volta sono partito con lui in barca per St. Tropez. Dormiva dalla mattina alla sera. Non voleva muoversi per paura di perdere il posto al porto. Così me ne andavo in giro per conto mio". Il cantante "non è una persona facile, anzi complessa, però ha il merito assoluto di dire sempre la verità. Non mente nemmeno sui suoi difetti. E comunque è l’unico capace di fare 220 mila paganti a Modena pur non essendo conosciuto fuori dall’Italia. Andare a un suo concerto è come fare la comunione. 'Mangiate il mio corpo'"