In Libano

Otto e mezzo, Caracciolo: "Militari Unifil come birilli da togliere di mezzo"

"Altro che spiegazioni": così Lucio Caracciolo, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, ha commentato il comunicato dell'Ambasciata israeliana in Italia, che ha giustificato gli attacchi contro basi italiane Unifil nel sud del Libano dicendo che ai militari era stato ordinato di ritirarsi. E che loro avevano rifiutato. "Tra l'altro - ha continuato il direttore della rivista Limes, riferendosi ai raid contro le basi - non si è trattato nemmeno di un atto, ma di una serie di atti. Questo è un problema, non era mai successa una cosa del genere, Israele è un paese amico con cui abbiamo avuto relazioni buone". 

L'esperto di geopolitica ha poi commentato la reazione del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha bollato i raid israeliani come possibili crimini di guerra, che nulla hanno a che fare con un errore o un incidente. La reazione del titolare della Difesa, secondo Caracciolo, è stata "in linea con quella di altri paesi. Le Nazioni Unite per quello che valgono dicono che si tratta di violazione del diritto internazionale". Per il direttore di Limes, comunque, Tel Aviv ha un obiettivo preciso: "Israele è entrato in Libano per cambiare il regime libanese. È un'operazione di lunga lena, anche con attacchi lungo la linea costiera, quindi la missione Unifil è un impedimento, sono dei birilli da togliere di mezzo". 

 

 

 

A prendere la parola nel corso del talk è stato anche Andrea Tenenti, portavoce della missione Unifil in Libano. "La situazione è preoccupante - ha detto in collegamento con la trasmissione - quello che è successo è un atto voluto, deliberato da parte dell'esercito israeliano. Ci hanno chiesto di spostarci ma è importante rimanere lì".