Verso il processo
Chiara Ferragni si gioca il tutto per tutto, rumors sulla mossa a sorpresa: magistrati spiazzati?
Ora Chiara Ferragni rischia di andare alla sbarra: potrebbe presto affrontare un processo per truffa aggravata. Dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura di Milano, l'influencer è accusata, insieme al suo ex braccio destro Fabio Damato e altre due persone, di truffa aggravata per i casi legati alla vendita del pandoro e delle uova di Pasqua. Nel frattempo, la sua difesa sta delineando una strategia sempre più chiara per affrontare le accuse.
E secondo quanto trapela, non è escluso che Chiara Ferragni possa richiedere un interrogatorio alla Procura per presentare la sua versione dei fatti e spiegare che le accuse sono prive di fondamento, sottolineando che tutto si ridurrebbe a "un errore di comunicazione". Se così fosse, la richiesta di un interrogatorio col gip sarebbe una sorpresa, una mossa spiazzante, un tentativo di difesa che potrebbe rivelarsi efficace.
"Con i pubblici ministeri terremo un confronto aperto", ha spiegato l'avvocato Giuseppe Iannaccone, che insieme a Marcello Bana difende Ferragni. "Non escludo un confronto personale da parte di Chiara", ha aggiunto il legale, rimarcando come questo passaggio potrebbe essere cruciale per cercare di convincere i pm e ottenere una richiesta di archiviazione. Insomma, Chiara Ferragni si giocherebbe il tutto per tutto ancor prima del processo.
Nel frattempo, la difesa sta analizzando dettagliatamente le carte dell'inchiesta e sta preparando una memoria dettagliata da presentare al pubblico ministero Cristian Barilli e all’aggiunto Eugenio Fusco, per contestare le accuse dal punto di vista legale. Secondo la Procura, i consumatori sarebbero stati "danneggiati da informazioni fuorvianti" e per la Ferragni ci sarebbe stato un "ingiusto profitto di oltre 2 milioni e 200 mila euro", a cui si aggiunge il vantaggio del "ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica". Queste, in estrema sintesi, sono le principali accuse che emergono dopo la chiusura delle indagini nei confronti dell'influencer, del suo ex collaboratore Fabio Damato, dell’amministratore delegato dell’azienda piemontese, Alessandra Balocco, e di Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID s.p.a., relativamente alla vendita del pandoro Pink Christmas e delle uova di cioccolato Dolci Preziosi.
La difesa, come previsto dal codice penale, ha un periodo di 20 giorni (non obbligatorio) per presentare memorie, i risultati delle proprie indagini o richiedere un interrogatorio per permettere all'influencer di esporre la sua versione dei fatti. L'obiettivo è dimostrare la sua innocenza e ottenere l’archiviazione delle accuse.
Il reato di truffa, disciplinato dal codice penale, si verifica quando qualcuno, attraverso inganni e raggiri, induce un'altra persona a compiere un atto che danneggia il proprio patrimonio, traendo un illecito profitto per sé stesso. La pena per questo reato può variare da tre mesi a tre anni di reclusione, accompagnata da una multa compresa tra 51 e 1.032 euro.
Tuttavia, Chiara Ferragni è accusata di truffa aggravata, un reato più grave che si configura quando il venditore sfrutta la distanza con l'acquirente, impedendogli di verificare in anticipo la qualità del prodotto e costringendolo a subire le conseguenze di eventuali inganni. In questo caso, la pena prevista può andare da uno a cinque anni di reclusione e una multa tra 309 e 1.549 euro. La battaglia legale, quella vera, insomma è appena iniziata.