L'editoriale

Elodie, la metamorfosi progressista: da Che Guevara alla sottoveste

Agosto è un mese ottimo per fare i giornali, quando il Parlamento chiude per le vacanze, succedono sempre cose interessanti, rivelatrici. Si rischia un conflitto tra Iran e Israele, l’Ucraina ha sfondato il confine della Russia, gli Stati Uniti sono in una campagna per la Casa Bianca pazza, con un tentativo di assassinare Donald Trump, il cambio in corsa della candidatura di Joe Biden con Kamala Harris.

Giorgia Meloni ha avuto colloqui con tutti i leader del Medio Oriente, ha parlato con il re di Giordania, il presidente dell’Iran, il primo ministro di Israele, il presidente degli Stati Uniti e con i partner europei. In uno spazio geopolitico che parte dall’Europa Orientale, attraversa il Mediterraneo e arriva fino al Mar Rosso e all’Oceano Indiano, l’Italia gioca una partita vitale, quella di una potenza del G7 (di cui abbiamo la presidenza) che in pochi anni ha dovuto ridisegnare la sua mappa energetica (dalla Russia all’Africa), varare una nuova politica estera guidata dall’interesse nazionale nel quadro multilaterale dell’Europa e dei rapporti Atlantici, fermare l’immigrazione (con successo, lo ha certificato Frontex), costruire una rete di alleanze (in Europa e nei Paesi di partenza) contro i trafficanti di esseri umani, seguire una politica di bilancio prudente e equilibrata che ha consentito all’Italia di superare crisi importanti in un quadro di forte inflazione, rialzo dei tassi e crisi delle materie prime. Sono fatti di importanza storica. (…)

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