Ultimi da 100 chilometri
Pierferdinando Casini, vacanze alternative sul Cammino di Santiago: "A una certa età..."
Se le coste della Puglia e della Costa Smeralda sembrano essere le mete preferite per le ferie dalla classe politica italiana, Pier Ferdinando Casini ha sorpreso tutti scegliendo qualcosa di molto diverso e più intimo: il Cammino di Santiago di Compostela. Lontano dal frastuono delle località turistiche, l’ex presidente della Camera ha deciso di intraprendere un viaggio di riflessione e introspezione, testimoniato dal suo post su Instagram: “Adelante! Ultreia! In cammino per Santiago de Compostela”. Con lo zaino del Bologna Calcio sulle spalle e la sua compagna al fianco, Casini ha intrapreso gli ultimi 100 chilometri del Cammino, la distanza minima per ottenere la Compostela, il certificato di pellegrinaggio. Nonostante la scelta di un tratto ridotto rispetto ai tradizionali 800 chilometri, Casini ha confessato di essere stato profondamente colpito dall’esperienza: “Giunto a Santiago mi è dispiaciuto aver ultimato e mi sono subito detto di volerlo rifare, ma tutto”, ha rivelato in una intervista al Corriere della Sera.
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Per Casini, il Cammino di Santiago non è stato solo un viaggio fisico, ma un’occasione per meditare sulla propria vita e sul percorso compiuto fino a oggi, sia pubblicamente che privatamente. “A una certa età, un supplemento di meditazione non fa male”, ha confessato al Corsera, aggiungendo che il pellegrinaggio rappresentava un desiderio che coltivava da anni, fin da quando, come presidente della Camera, visitò Santiago di Compostela.La sua scelta di intraprendere questo cammino in un periodo in cui molti altri si dedicano al relax e al divertimento estivo sottolinea una differenza di priorità. Casini ha preferito la calma riflessiva del pellegrinaggio alla frenesia delle mete turistiche, cercando un’occasione per migliorarsi e riflettere su ciò che ha ricevuto, sia dal destino, per i laici, che dal Signore, per i cristiani.
Il Cammino di Santiago è uno dei percorsi di pellegrinaggio più antichi e conosciuti al mondo, un tragitto che ha attirato milioni di viandanti nel corso dei secoli. La sua attrattiva non risiede solo nella meta finale, dove si trova la tomba di Giacomo l’apostolo, ma nel percorso stesso, ricco di significati spirituali, culturali e personali. Il pellegrinaggio è un’esperienza che cambia chi lo intraprende, trasformando il turista in pellegrino e il viaggiatore in viandante. Le motivazioni sono varie: c’è chi cammina per fede, chi per perdono, chi per guarigione, e chi cerca semplicemente un momento di pausa dalla frenesia della vita moderna.
Il Cammino è segnato da simboli che guidano e uniscono i pellegrini lungo la strada. La conchiglia del pellegrino, o “Concha di Santiago”, è uno di questi, rappresentando non solo un’indicazione lungo il percorso, ma anche un segno di appartenenza a una comunità globale di viandanti. Le strade verso Santiago, tutte segnate dalla conchiglia, convergono in un unico punto: il santuario. Questo simbolo, raccolto alla fine del pellegrinaggio, è sia un souvenir che un trofeo, una testimonianza del viaggio fisico e interiore compiuto. Nel corso dei secoli, il Cammino di Santiago è stato un crocevia di culture, religioni e idee. Se nel Medioevo il cammino era un luogo di incontro e scambio culturale, oggi è un fenomeno globale che attira persone di ogni età e provenienza. Almeno 200.000 pellegrini si mettono in cammino ogni anno, ciascuno spinto da motivazioni personali ma unito agli altri dalla voglia di vivere un’esperienza unica.
Il Cammino non è solo un percorso fisico, ma un’opportunità per ritrovare la propria vera natura, spesso offuscata dalle pressioni della vita quotidiana. È un viaggio che invita alla riflessione e alla scoperta di sé, attraverso paesaggi mozzafiato e incontri significativi. Il pellegrinaggio è un esempio di come le antiche tradizioni possano ancora avere un profondo significato oggi.In un’epoca di cambiamenti rapidi e costanti, il Cammino di Santiago rimane una costante, un simbolo di un’umanità che cerca risposte alle domande fondamentali della vita. Come ha dimostrato Casini, il cammino non finisce mai veramente: c’è sempre un altro passo da fare, un’altra strada da percorrere, un’altra riflessione da abbracciare.