Il caso

Chef Rubio, l'ultimo delirio: "I giornalisti e i loro figli devono avere paura"

“I primi obiettivi della resistenza in sostegno del popolo palestinese sono i giornalisti e le giornaliste: loro devono avere paura di andare al lavoro ogni giorno, loro devono temere per l’incolumità dei loro figli e delle loro figlie perché quello che loro trattano con estremo disprezzo per la vita umana, che sarebbe la loro missione lodevole – perché io credo ancora nel giornalismo ma ce ne sono pochi di interpreti – si sono trasformati in attori e attrici e influencer che hanno capito di essere intoccabili”. Così Gabriele Rubini - meglio conosciuto come "Chef Rubio" - si è espresso dal palco di Pondera lo scorso 4 agosto.

Il discorso è stato pronunciato da Chef Rubio in occasione della Festa nazionale della Riscossa Popolare organizzata dal Partito dei Carc a Pontera, in provincia di Pisa. “Dobbiamo mirare in alto e fare piazza pulita dei complici del sionismo che stanno al governo e nei palazzi del potere?”, chiede uno degli organizzatori, relativamente ai “compiti” che deve affrontare chi è solidale con il popolo palestinese.

 

 

La risposta agghiacciante di Chef Rubio fa scattare un ancora più agghiacciante applauso da parte dei presenti. Poco prima, Rubio aveva detto di essere “perseguitato da ebrei sionisti di ogni tipo” che “possono andare da Molinari, Puente e Mentana, Parenzo”, lamentando di avere in corso “16 processi, di cui 9 civili e 7 penali”. "È intollerabile che qualcuno possa applaudire, come vedrete nel video, all'idea di voler mettere delle famiglie e dei bambini in condizioni di terrore", commenta su X il giornalista David Puente