4 di sera

Khelif, Capezzone stronca Boldrini e Benifei: "Ma siamo pazzi? Vi andate a schiantare"

Roberto Tortora

Inclusività tout court o a seconda della convenienza? Battaglie lgbtq+ o speculazioni politiche? C’è da dire che il caso di Angela Carini ai giochi olimpici di Parigi ha fatto e sta facendo ancora discutere e ciò avviene anche nello studio di 4 Di Sera, spazio informativo su Rete 4 in cui si trattano gli avvenimenti dell'agenda quotidiana. Imane Khelif, l’avversaria algerina della nostra pugilessa, è intersessuale, cioè nata donna, ma con alti livelli di testosterone e, per questo, era stata già esclusa dai mondiali di boxe femminili. Per i parametri del Cio, però, lei rientrava nella possibilità di competere con le donne sulle rive della Senna. E sappiamo tutti com’è andata.

Interviene sul tema il direttore editoriale di Libero, Daniele Capezzone, che replica così all’europarlamentare del Pd, Brando Benifei: "È una strada contromano, vi schiantate. Il fatto è che questo è uno dei casi in cui tutti gli italiani vedono una cosa sola, mentre voi cercate di coprire questa realtà con le vostre parole e con cortine fumogene. Qual è la realtà che gli italiani hanno visto chiaramente? C'è stata una competizione sportiva in cui qualcuno aveva forza maschile e qualcun altro aveva forza femminile, e tutte le persone ragionevoli e non ideologizzate capiscono che questa è una cosa ingiusta - argomenta Capezzone - e oltre che essere ingiusta, essendo uno sport di contatto dove si colpisce la testa dell'avversario, è una cosa pericolosa. È chiaro il concetto? Insomma, l’atleta algerina, che merita il rispetto di tutti, è una donna che ha una produzione di testosterone su livelli maschili e questo è pericoloso in uno sport di contatto e che si porta via le chiacchiere di Laura Boldrini. Ma cosa che vai a fare pugilato con uno che ha la forza maschile? Ma siamo pazzi?".

 

Capezzone, infine, cita la leggenda del tennis, Martina Navratilova: “Ha definito deplorevole questa roba, in questo modo si ammazza lo sport femminile - conclude Capezzone - e ad ammazzarlo sono quelli che ci hanno fatto una testa così col femminismo e coi diritti delle donne".