Dritto al punto

Khelif, Rampini a In Onda: "Lobby trans potentissima e cattivissima"

Roberto Tortora

I giochi olimpici sono stati invasi, nelle ultime 24 ore, dal caso di Angela Carini, pugile italiano che si è ritirata dopo 46 secondi di combattimento contro l’algerina Imane Khelif, atleta intersex con livelli di testosterone più alti di una donna normale e, quindi, benché nata donna, dotata di una forza più vicina a quella di un maschio. L’occasione per In Onda, talk di approfondimento politico di La7, è quella di spostare questo tema sulla campagna elettorale negli Stati Uniti. La conduttrice, Marianna Aprile, rivolgendosi al corrispondente Usa del Corriere della Sera, Federico Rampini, esordisce così: “Un tema caldo della campagna elettorale americana è quello che esula dalla bipartizione stagna maschi-femmine, quanto somiglia Trump alle polemiche che stiamo leggendo in queste ore sui giochi di Parigi?”.

Questa l’analisi di Rampini: “È un tea, non lo definirei proprio caldo, non caldissimo, ma è un tema, esiste questo tema negli Stati Uniti, riguarda Trump e riguarda Kamala Harris. Io non mi pronuncio sul caso olimpico, perché non mi improvviso medico e francamente sulle questioni ormonali non ho nessun titolo per dire la mia, però, quello che so è che negli Stati Uniti si sono moltiplicati i casi di maschi che cambiano sesso, soprattutto nelle università che sono luoghi molto competitivi, le squadre atletiche dell'università sono importanti. I casi di atleti che avevano cambiato sesso e che hanno ottenuto il diritto di competere nelle squadre femminili e per questo ci sono state delle rivolte”.

 

Rampini, a sorpresa, punta il dito sulla Harris: “Non credo sposterà una quantità enorme di voti, ma io vedo più una vulnerabilità di Kamala Harris, perché negli Usa dove la lobby o la comunità lgbtq+ e la lobby transgender, perché qui parlerei proprio di una lobby, potentissima e cattivissima, è arrivata a delle grandi punte di aggressività. Cito J.K. Rowling, romanziera e autrice della saga di Harry Potter, oggetto di minacce di morte, perché ha osato affermare che esiste una differenza biologica tra uomo e donna e lei è una femminista storica. La lobby transgender ha degli addentellati nella sinistra americana che sono molto pericolosi. Kamala Harris fece un viaggio importante in Africa, ricordava quello di Obama, perché ha anche discendenza africana. È andata a portare in modo acritico, percepito come molto arrogante, l'agenda americana della lobby transgender, pretendendo da nazioni africane che applichino gli stessi diritti per la comunità lgbtq+. Questo in Africa – spiega Rampini - è stato percepito e denunciato come la nuova forma di colonialismo culturale americano. Una volta arrivavano i missionari per convertire gli africani al cristianesimo, questo non si fa più, ma ci sono i nuovi missionari che sono la lobby transgender”. 

La Aprile lo interrompe: “Possiamo chiamarla comunità?”. Rampini precisa: “Sono una lobby, nel senso che hanno un potere di pressione sul partito democratico fortissimo. Si presenta con una portavoce autorevole come Kamala Harris in una missione in diversi stati africani dove è stata apertamente accusata di essere il nuovo volto dell'imperialismo culturale americano. Così come un tempo andavamo a portare il vangelo e facevamo le conversioni forzate alla nostra religione, la nuova religione, che è quella lgbtq+, pretende che tutti gli stati africani siano alleati o sennò gli americani gli tolgono gli aiuti, una pressione non morale, ma con minaccia e ricatto finanziario”.

In Onda, qui l'intervento di Federico Rampini