Dito puntato

Strage di Cutro, Gianluigi Paragone: "Delinquente politico", l'accusa alla sinsitra

Chiuse le indagini, 17 mesi dopo, sulla strage di Cutro, il naufragio avvenuto nella notte tra il 25 e 26 febbraio 2023 in cui persero la vita almeno 98 migranti, tra i quali 35 bambini, una decina i dispersi stimati. La procura di Crotone indaga su sei persone, tra Finanza e Guardia Costiera, che dovranno rispondere dell'ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e naufragio colposo. Insomma, secondo gli inquirenti la tragedia si poteva evitare.

Resta però il fatto che la procura non ha individuato alcuna responsabilità politica, con buona pace di quella sinistra che sulla tragedia di Cutro ha a lungo speculato, attaccando il governo e Giorgia Meloni, attribuendo all'esecutivo responsabilità che, semplicemente, non esistono.

Della vicenda se ne parla a 4 di sera, il programma di approfondimento politico in onda su Rete 4, dove nella puntata di martedì 23 luglio tra gli ospiti figura Gianluigi Paragone, il quale punta il dito e va dritto al punto: "Penso che chi afferma che ci siano delle responsabilità e la volontà del governo di creare dei morti in mare è un delinquente politico".

 

E ancora: "Nessuno sulla terra si sognerebbe mai di organizzare o di volere delle morti in mare quindi chi afferma una cosa del genere, per quel che mi riguarda, è un delinquente politico", ribadisce il concetto.

Tra gli altri ospiti ecco Brando Benifei, eurodeputato del Pd, che torna ad attaccare la Bossi-Fini, indicata come una delle cause della strage. Ma Paragone ribatte in modo deciso: "Sono passati 22 anni da quando è stata varata la legge, avete governato l'Italia un mucchio di volte, avete avuto un sacco di occasioni per cambiare quella legge e non lo avete fatto. Avete governato da perdenti e questo vi dovrebbe quantomeno fare riflettevamo", conclude Paragone.