L'affondo
Giuseppe Cruciani: "Attentato a Trump? Non mi stupirei se accadesse a Giorgia Meloni
Giuseppe Cruciani è fermamente convinto di ciò che dice. Non significa che quel che sostiene debba accadere, ma la possibilità esiste: quando si demonizza l'avversario, descrivendolo come "fascista, razzista", quasi un "usurpatore del potere", potrebbe far capolino qualcuno disposto a compiere atti estremi. E quel che è accaduto a Donald Trump sta lì a dimostrarlo: "Non mi stupirei se nei prossimi mesi accadesse anche a Giorgia Meloni," afferma il conduttore della Zanzara, ospite come ogni lunedì sera a Quarta Repubblica, nell'ultimo segmento, quello più irriverente, del programma condotto da Nicola Porro su Rete 4.
Cruciani è consapevole della forza delle sue parole, ma spiega il suo ragionamento: "Una parte dell'establishment di sinistra, progressista, buonista e antifascista ha gridato all'autoritarismo, ha chiamato fascisti e addirittura nazisti i suoi avversari," dice, "non c'è da sorprendersi se poi qualcuno, come Thomas Mattew Crooks, prende una pistola e tenta di assassinare il premier italiano. La demonizzazione dell'avversario - aggiunge - come è successo con Trump, e ora con Giorgia Meloni o Berlusconi, porta inevitabilmente a queste conseguenze." Cruciani non attribuisce colpe specifiche, ma parla di un clima generale, così come sostiene da tempo in radio: "Quando evochi il fascismo, cosa si fa? Si cerca di abbattere l'uomo nero. Non mi sorprenderei se qualcuno tentasse di avvicinare un premier visto come autoritario e fascista per eliminarlo." Questa sarebbe la naturale conseguenza di una campagna che dipinge il governo italiano come un esecutivo di nazisti e fascisti.
Nicola Porro, in diretta, è sorpreso dalla forza delle sue tesi. Tuttavia, nota che sui giornali i grandi intellettuali hanno suggerito che Trump, in fondo, sarebbe stato vittima della violenza che lui stesso, con le sue politiche e retorica, ha fomentato durante la campagna elettorale. "Una parte del pensiero inverte il ragionamento di Cruciani," spiega, "sostenendo che è stato Trump ad alzare i toni, e quindi è normale che ciò accadesse." Solo poche ore prima dell'attentato, Kamala Harris aveva dichiarato che non voleva più vedere Trump dietro un microfono... "In realtà," replica Cruciani, "alcuni pensano che l'attentato sia stato orchestrato dallo stesso Trump o dal deep state trumpiano, che avrebbe armato la mano di un pazzo per ottenere vantaggi in campagna elettorale". Ovviamente una panzana, una follia che non regge, che non sta né in cielo né in terra.