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Antonio Scurati non sa più cosa inventarsi: "Addio benessere e progresso in Europa"

L'inchiesta di Fanpage, il caso-Serena Bortone e le elezioni francesi. Sono questi gli argomenti principali trattati da Antonio Scurati in una lunga intervista rilasciata alla Stampa. Lo scrittore, commentando i fatti di Gioventù Nazionale, ritiene che le colpe siano da attribuire ai vertici del partito di Giorgia Meloni. A suo dire, sarebbero un cattivo esempio per i giovani dirigenti di Fratelli d'Italia. "Da un lato non sono mai stati recisi i legami di memoria, di discendenza storico-culturale dal passato fascista - spiega il vincitore del Premio Strega -. Dall'altro c'è un sottobosco ma nemmeno tanto nascosto di giovani dirigenti, che siccome in alto quei legami non sono mai stati recisi, praticano simboli, riti, pregiudizi inveterati che riportano non solo e non tanto al fascismo, ma quanto al nazifascismo", la spara grossissima.

L'autore della trilogia su Mussolini ha poi parlato della vicenda che ha visto come protagonista Serena Bortone, giornalista sospesa dalla Rai per sei giorni perché aveva denunciato su Instagram l’annullamento del monologo di Scurati sul 25 aprile, per poi accusare proprio Viale Mazzini. "Posso dire che è sicuramente una forma di avversione, di punizione da parte della Rai, che dovrebbe essere la nostra principale azienda culturale, di un suo professionista di indubbia capacità che ha lamentato una limitazione della sua libertà di informazione - sottolinea Scurati -. Si manifesta una tendenza che dovrebbe inquietare chiunque abbia a cuore la democrazia". Ancora una volta, insomma, rilancia il presunto "rischio democratico".

 

 

Una tendenza, quella illiberale, che secondo Scurati potrebbe diventare realtà anche in Francia, in caso di vittoria di Marine Le Pen. "Il discorso dell'estrema destra che apparentemente si è presa la scena collettiva meriterebbe invece tutt'altra riflessione. L'ascesa lenta del Fronte Nazionale, poi Rassemblement National, ormai data diversi decenni e ha accompagnato quella progressiva sfiducia nei confronti della democrazia liberale, quel senso di delusione, di tradimento e di paura e di rancore che si è andato diffondendo nella media, in parte anche nella grande borghesia, con i fenomeni dell'immigrazione, della decadenza economica e sociale dell'Europa. Quindi - prosegue - è un processo epocale che come tale merita di essere analizzato e compreso nelle sue ragioni profonde, perché ha delle ragioni profonde, e che soprattutto le persone che stanno dall'altra parte, che lo criticano e lo rigettano come me e come tanti altri, dovrebbero sforzarsi di comprendere".

E ancora, lo scrittore aggiunge che "il caso francese è di straordinario interesse, è vitale per il destino dell'Europa. Se l'estrema destra francese dovesse prevalere e guadagnare il governo della Francia, io credo che il futuro sviluppo di un progetto politico necessario al benessere e al progresso dell'Europa si interromperebbe bruscamente. D'altro canto è uno dei capisaldi del loro programma, quindi ancora una volta non è questione di opinioni", alza ulteriormente l'asticella. In sintesi: Marine Le Pen e il Rassmblement National, con la loro vittoria cancellerebbero benessere e progresso. Tesi assai radicale...

Eppure, nonostante la lunga interemeta, Scurati poi spiega di non ritnere che il fascismo possa ripresentarsi nel nostro Paese. Almeno non con gli stessi connotati del Ventennio. "Non credo che possa tornare qualcosa di simile al fascismo storico - confessa il Premio Strega -. Ritengo che populismi e sovranismi siano una minaccia per la democrazia liberale perché si muovono e continuano a muoversi all'interno delle regole del gioco democratico, animate però da una visione che in alcuni punti configge con la democrazia di tipo liberale", conclude. E ci si interroga: ma allora, questo fascismo torna oppure no?