Cala il gelo
Parenzo, ossessione per Meloni e la Le Pen: "Quelle sono le bare"
L'ossessione di David Parenzo per la destra è cosa nota. Ma a L'aria che tira, su La7, oggi ha inaugurato il suo nuovo tic giornalistico. Niente più conta-minuti sul silenzio di Giorgia Meloni sulla video-inchiesta di Fanpage (d'altronde, la scorsa settimana la premier e leader di FdI ha risposto anche in maniera piuttosto puntuta alla testata diretta da Francesco Cancellato, accusandola di "metodi da regime"...), ora tocca alla bacchetta con cui vivisezionare i simboli di Fratelli d'Italia e Rassemblement National.
Il partito di Marine Le Pen è il grande vincitore del primo turno delle elezioni legislative in Francia. Un botto che anziché far capire alla sinistra italiana (e ai suoi commentatori-cantori) che forse, ma forse, servirebbe anche un po' di sana autocritica, ha semplicemente innescato la risposta automatica: onda nera, pericolo fascismo, e visto che siamo a Parigi e non a Roma addirittura "Governo di Vichy", quello collaborazionista a fianco dei nazisti. Insomma, ci siamo capiti.
"Noi abbiamo fatto questo piccolo ricordo storico", premette Parenzo avvicinandosi al grande video nello studio di La7, sul quale campeggiano alcuni simboli. "Nel 1972 nasce il Fronte nazionale. Dettagio: il FN chiese al Movimento sociale italiano l'autorizzazione a utilizzare il simbolo della fiamma, ovviamente con colori diversi, compreso questo elemento geometrico (e indica con la bacchetta il riquadro trapezioidale che racchiude l'acronimo M.S.I., ndr) che ricorda la bara di Mussolini, no?". Flavia Perina lo gela: "Non credo, no. Ho sempre pensato fosse una leggenda metropolitana. Nel caso del Front national ci mettiamo la bara di Petain? Mi sembra un po' arzigogolato".
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"Nel 2024 - prosegue imperterrito Parenzo - da una parte il Rassemblement National e dall'altra Fratelli d'Italia, restano le fiamme ma spariscono le bare". Illuminante.
L'aria che tira, guarda qui il video di Parenzo