Nuova vita

Raffaello Tonon, una incredibile parabola: "Dopo il successo in tv, faccio l'oste. Ma..."

Alessandro Dell'Orto

"Benvenuti, avete prenotato?". Se la voce che vi accoglie è roca, profonda, chiara e siete alla Enio Ottaviani Winery, vineria di San Clemente nell’entroterra romagnolo a 17 km da Rimini, sappiate che di fronte a voi non c’è un oste qualsiasi. Sì, è qualcuno che avete visto mille volte in televisione- reality, salotti e televendite in cui vi ipnotizzava parlando un italiano forbito e affabulatorio -, ma che ora, semplicemente, ha scelto di dedicarsi alla prima passione: la ristorazione. Raffaello Tonon, 45 anni, si gode le vigne e vi prenderà per mano nella degustazione, presentandovi rossi e bianchi locali ("sia chiaro che non sono enologo né sommelier, ma vendo con passione come se fossero prodotti miei") con il solito portamento elegante («nessuna divisa, solo camicia, cravatta, gilet, parannanza e uno straccio sulla spalla») e una filosofia semplice, ma efficace: "Mentre gli altri si divertono, io mi diverto lavorando".

Tonon, riesce a fare una pausa per raccontarsi?
"Stacco qualche minuto, anche se oggi c’è un evento molto bello: pic nic in vigna. Forniamo cestini di cibo e i clienti possono degustare i nostri vini tra le viti".

 

Che orari fa?
"Nel week end dalle 10 a mezzanotte. Lavoro tutti i giorni, anche se ogni tanto riesco ad assentarmi per le rare ospitate tv rimaste. Sa, i proprietari sono miei amici: i fratelli Davide e Massimo- la cui madre è la colonna della cantina - e i loro cugini".

Da quando fa il ristoratore?
"Con loro da novembre.Nel 2010 avevo in gestione un albergo a Miramare, ma poi ho mollato perla tv. Sbagliando, ma non sono pentito".

Come mai questo ritorno?
"A 45 anni le giornate erano troppo vuote, era pesante tirar sera senza fare niente. E sono sempre stato affascinato dall’accoglienza e da questo mondo".

Di cosa si occupa di preciso?
"Servo ai tavoli, consiglio, sparecchio, dialogo. La mia figura è quella dell’oste che c’era in Romagna 30 anni fa. Sa perché sono portato?".

No.
"Perché sono sempre stato un pessimo cliente, un vero rompicoglioni puntiglioso su tutto".

Buona questa. La gente la riconosce subito? Perché ride?
"L’altro giorno a un tavolo c’è una coppietta, vedo che discute con passione. Ad un certo punto il ragazzo mi chiama: “La mia fidanzata dice che lei è Tonon, quello della tv. Non le credo e abbiamo scommesso 50 euro”. Sorrido: “Ha vinto la sua morosa”. E hanno voluto vedere la carta d’identità".

Scommesse più consistenti?
"Un gruppo di amici ha messo sul banco ben 200 euro, che poi sono stati spesi da noi".

La domanda più frequente che le rivolgono quando scoprono chi è?
"Chiedono che cosa ci faccio qui e rispondo con tre gag. Nella prima faccio credere che sono il gemello povero di Raffaello e lui, quello ricco, sta a Milano.
Nella seconda dico che lavoro perché ho bisogno di soldi per la pensione, e nella terza spiego che ho sposato la mamma dei miei amici proprietari, conosciuta alla festa del gnocco, e che mi sono innamorato di lei dopo aver visto gli ettari di vigna".

Divertente. Come mai è capitato in Romagna?
"Vengo qui da sempre, ci veniva già mia mamma Renata quando era incinta. Ora abito stabilmente a Cattolica e mi sposto in Italia, isole comprese, solo per lavoro. Mi sento romagnolo.
Anzi, lo sono: ho studiato il dialetto e lo parlo perfettamente. In molti non mi credono quando dico che sono di Milano".

La tv però non l’ha mollata del tutto.
"No, e non ho nessuna intenzione di farlo. Ho scelto questa vita perché è più dolce, meno stressante: qui se sei capace di fare una cosa la fai. In tv non è sempre così. Ma non rinnego nulla, per 24 anni la televisione mi ha fatto fare una bella vita. Come mai non ho sfondato? Non ho ancora capito se è perché non ho le carte in regola o perché non ho avuto l’occasione giusta".

Cosa le manca di quel mondo?
"L’essere in onda. Ma non mi abbatto, sono abituato a lottare: sono un depresso che sa combattere".

Già, la depressione. Lei non l’ha mai nascosta.
"Ne ho sofferto a 13 anni e dopo i 30. Ho la vulnerabilità del depresso e sono arrivato a sentire il vuoto che mi attraeva, quello della finestra come soluzione. Ma senza mai dire: “Ora mi suicido”. Ne sono sempre uscito da solo e con l’aiuto dei farmaci. Parlarne fa bene, bisogna parlarne".

Raffaello, restiamo all’ambiente della televisione. Lei l’ha conosciuto per caso.
"Sono stato invitato tra il pubblico al Maurizio Costanzo Show, ho parlato e poi sono diventato ospite.
Devo tutto a Costanzo".

Cosa non dimenticherà mai di lui?
"Negli anni, quando ci sentivamo per gli auguri, la prima cosa che mi chiedeva era: 'Raffaello, ha fatto pace con suo padre?'. La risposta era sempre: 'No”' E lui: 'Molto male'".

Rapporto difficile con papà?
"Inesistente, sfortunato, sgangherato. Non ha mai neanche provato ad amarmi".

C’è mai stato un riavvicinamento?
"Mai".

Come si chiamava?
"Franco, è morto quattro anni fa, il 4 gennaio, e in quel momento ero presente, in sala di rianimazione, con mia madre. C’ero solo perché lei mi ha detto: 'La cosa più bella che ho fatto sei tu e ti ho fatto con lui, non merita di morire solo'. Siamo andati anche al funerale».

Con sua madre invece ha un rapporto intenso?
"Ottimo, viscerale. Nella mia vita ora ci siamo solo io e lei, è l’unico legame".

Nessuna fidanzata?
"No. In passato sono stato sette anni con Rossana Feola, ma preferisco non parlarne. Diciamo che è stata una parentesi formativa...".

Torniamo alla tv. Lei ha vinto La Fattoria nel 2005 e nel 2017 ha partecipato al Grande Fratello Vip. Rifarebbe oggi un reality?
"Assolutamente no. Mi hanno proposto Isola dei famosi o ancora Grande Fratello, ma ho rifiutato".

Esperienze troppo impegnative?
"Peggio che stare in carcere, ti privano di tutte le libertà: è una non-vita".

Un esempio?
"Al Grande Fratello per contratto non potevamo tenere orologi e sapere l’ora. Ci regolavamo sentendo il campanile vicino a Cinecittà che rintoccava perla messa delle 18".

Lei, tra tanti, ha lavorato con Maurizio Costanzo, Paola Perego, Carlo Conti, Barbara D’Urso, Myrta Merlino: chi le ha insegnato di più?
"Ho rubato qualcosa a tutti".

Un momento irripetibile?
"Per la finale de La Fattoria Barbara D’Urso mi ha fatto calare dall’antenna di Mediaset. Soltanto lei poteva partorire un’idea del genere. E convincermi: da solo non l’avrei fatto nemmeno sotto tortura".

Paura del vuoto?
"No, rigetto verso qualsiasi attività fisica. Aveva ragione Costanzo: lo sport fa male. In quarta ginnasio ho comprato l’esonero da educazione fisica per 150 mila lire. Il mio motto è: 'Fate gli addominali con il cervello'".

A proposito di cervello, sui social molti non lo usano. Lei ha degli “haters”?
"In generale uso poco la tecnologia, il telefono mi serve solo per parlare, guardo Instagram e Tik Tok per farmi gli affari degli altri. Chi mi attacca c’è, dicono che sono fortunato perché vengo da una famiglia borghese, ironizzano sui miei capelli. Me ne frego, non gli do retta".

Ma i capelli se li è rifatti?
"Sette anni fa con una patch cutanea, non l’ho mai nascosto. Mi piaccio e ci sto bene".

Parliamo della sua voce, invece: caratteristica, profonda, inconfondibile.
"Fumavo già a 13 anni e mi è diventata così nella pubertà, forse c’è un collegamento, è stata la mia fortuna".

Tonon, se non fosse andato quella sera al Maurizio Costanzo Show e non fosse sbarcato in tv cosa farebbe nella vita?
"Avvocato divorzista, ero già d’accordo per fare esperienza nello studio legale Bernardini de Pace".

Dopo tanto guardare indietro, finiamo guardando avanti. Ha un sogno?
"Mantenere questo equilibrio, abbinando la professione di ristoratore con le apparizioni in tv. La vita è breve, voglio godermi le cose che più mi piacciono".