Confessioni

Ilaria Salis: "Serve un nuovo antifascismo"

«Per me è importante dare vita ad una nuova cultura popolare antifascista, che affondi sì le proprie radici nella gloriosa tradizione dei partigiani, ma che si nutra anche e soprattutto del presente. Una cultura vicina alle grandi questioni di oggi, come la diseguaglianza sociale, le discriminazioni, le guerre e il cambiamento climatico».

Lo dice Ilaria Salis, l’attivista italiana ai domiciliari a Budapest dove è sotto processo per la presunta aggressione a militanti di estrema destra. In una intervista a Repubblica, Salis ha parlato della sua condizione e della corsa in Europa per Avs: «La candidatura è stata un passaggio molto importante e ne approfitto per ringraziare chi mi ha offerto questa possibilità. Ma un vero punto di svolta non c’è stato, ripeto, non sono ancora uscita dal pozzo». Quanto al lungo periodo in carcere, Salis aggiunge: «Mio padre mi ha fatto avere prima l’Inferno di Dante, poi il Purgatorio. Sono libri miei, sono contrassegnati dalle mie note. Li ho letti per ore e ore. Poi fogli di quaderno, su cui ho scritto molto. E ricamavo, anche. Sono a casa da pochi giorni e la percezione del tempo è completamente diversa, ora il tempo vola».