La polemica
Sandro Veronesi, Saviano fuori dalla Buchmesse: "Ragioni balorde, ipocrisia putiniana"
Dopo l'esclusione di Roberto Saviano dalla Buchmesse di Francoforte, anche Sandro Veronesi, due volte vincitore del Premio Strega, rinuncia a far parte della delegazione italiana alla kermesse, dove l’Italia sarà ospite d’onore. "Le ragioni balorde e ridicole con cui il commissario Mauro Mazza ha giustificato" l'esclusione di Saviano - dichiara Veronesi in una nota - non mi permettono di accettare l’invito che ho ricevuto. Continua questa pratica di ingerenza del presidente del Consiglio e dei suoi più fidati collaboratori, accompagnata da 'putiniana ipocrisia', su decisioni che non devono seguire logiche politiche. Se si renderà necessario per il mio lavoro andrò a Francoforte privatamente".
Anche lo scrittore Paolo Giordano ha annunciato che non farà parte della delegazione italiana alla Fiera del libro tedesca: "La prima cosa che ho fatto dopo aver ricevuto l’invito alla Buchmesse è stata chiedere a Saviano se fosse stato invitato: no. Quindi mi sono fabbricato un impegno alternativo anch’io (c’ho judo)", ha scritto in un post pubblicato sul suo profilo Twitter.
"Purtroppo Roberto - scrive Giordano in un altro post - è diventato una cartina al tornasole di certi criteri politici di inclusione ed esclusione. Inaccettabili nella cultura. Essere ospiti alla Buchmesse è un appuntamento importante per gli scrittori e le scrittrici, non esserci o rinunciare ha un costo". E ancora: "Non è solo una questione politica ma di banale opportunità: credo che Roberto sia l’unico di noi ad aver parlato all’Accademia di Svezia. Come si può anche solo pensare di non invitarlo in una delegazione italiana? Quanta miopia serve anche solo strategica?", si domanda. "Se l’affaire Antonio Scurati - sostiene Giordano - fosse accaduto prima degli inviti, sarebbe successo lo stesso anche a lui. Io credo che tutto questo abbia raggiunto un livello di esplicitezza inaccettabile. Peccato. La Buchmesse era una grande occasione per tutti e tutte noi. E per il Paese".