Signor televisione
GIovanni Minoli smonta i teoremi di sinistra: "Il video di Meloni? Un favore a La7"
Giovanni Minoli, giornalista storico della Rai, in una intervista a Il Tempo, sostiene che la scelta di Giorgia Meloni "conviene soprattutto a La7. Le ha dato quasi una patente di servizio pubblico, di rete di servizio".
Dello "spot" della presidente del Consiglio su La7, prosegue Minoli, "se fossi stato in lei, non ne avrei avuto bisogno. Pur avendo molta stima nei confronti di Meloni, non mi sembra sia stata una scelta brillante".
In ogni caso, sottolinea il giornalista, "prima di TeleMeloni, c’era TelePd, TeleRenzi, TeleCraxi o TeleFanfani. Il problema sta in una legge che dice che il Cda della Rai lo sceglie chi è al governo. A maggior ragione se c’è una staffetta, poi, la questione si complica, rallentando progettualità e sviluppo. Lo stesso è accaduto con Craxi e De Mita. Non è un caso, infatti, che programmi nuovi e significativi non se ne sono visti, mentre hanno funzionato quelli che c’erano già. Gli ultimi direttori certamente non si sono inventati Amadeus o Fiorello. C’erano da trenta anni, così come Linea Blu, Verde e Bianca".
Sui giornalisti che hanno criticato Giorgia Meloni per essere in contrasto con alcune emittenti, Minoli osserva: "È lecito essere in disaccordo con un certo modo di fare informazione. È sbagliato, però, sostenere che la premier ce l’abbia con determinate emittenti. Non ne ha bisogno, considerando i risultati che sta dimostrando sul piano internazionale. Queste elezioni, poi, hanno un’importanza assoluta per l’Europa: nasce oppure si scioglie completamente?".