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Chef Rubio massacrato, antisionismo a sinistra: "Indagare sui gruppi israeliani di autodifesa"
La vicenda è nota: Chef Rubio, all'anagrafe Gabriele Rubini, è stato brutalmente aggredito nella serata di ieri, mercoledì 15 maggio, fuori dalla sua abitazione a Roma. Lo ha raccontato lui stesso sui social, spiegando che un gruppo di sei persone lo ha massacrato. Il tutto in un video pubblicato su X, dove Chef Rubio mostrava i segni dell'aggressione. Dunque in mattinata gli aggiornamenti suo stato di salute: "Grazie a tutte e tutti per il sostegno. Alla fine punti in testa dove mi hanno dato la martellata, tagli ed escoriazioni dove mi hanno preso a mattonate, frattura dell'orbita facciale dove sono finiti i 60 pugni mirati, e si ricomincia. Un abbraccio alla comunità ebraica". Nelle immagini, l'uomo rivela anche le condizioni della sua automobile dopo l'aggressione e un pezzo di legno usato per colpirlo. Ma soprattutto, Chef Rubio accusa delle "squadracce sioniste", aggiungendo volgari insulti contro "sionisti" e Israele, per il pestaggio, sostenendo che l'aggressione sarebbe dovuta alla causa palestinese. Ma Chef Rubio, ad ora e stando a quanto risulta, nonostante le cure ricevute in pronto soccorso non ha presentato denuncia.
E il caso, ora, diventa politico. Con una parte politica che cavalca il fatto, ignobile, sterzandolo a proprio piacimento. In una certa misura lo fa Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi Sinistra, il quale dichiara: "Non condivido praticamente nulla di ciò che dice o scrive Chef Rubio, ma la vigliacca e violenta aggressione che ha subito, evidentemente per le sue posizione su Gaza, è un fatto gravissimo e inaccettabile. Chi si è reso responsabile di questa aggressione deve essere individuato e ne deve pagare le conseguenze. Gli squadristi di ogni genere non possono avere cittadinanza né impunità a Roma e nel nostro Paese", conclude Fratoianni con quel riferimento agli "squadristi" che, appunto, puzza di politica. Indubbio che i protagonisti della vile aggressione lo siano, ma quel sottotesto secondo il quale gli squadristi, oggi, nel nostro Paese avrebbero diritto di cittadinanza lascia più di un sospetto.
Poi il M5s, con Sabrina Pignedoli, europarlamentare, la quale in una nota dichiara: "Inviamo la nostra solidarietà a chef Rubio, aggredito in modo brutale ieri sera davanti casa in un vero e proprio agguato teso da un gruppo di sei persone. Gli auguriamo una pronta guarigione e ci auguriamo che le forze dell'ordine facciano piena luce sull'accaduto. Chef Rubio, infatti, da sempre sposa la causa del popolo palestinese e ha denunciato che questa aggressione sia stata una ritorsione contro queste sue posizioni. Ci auguriamo che tutti partiti condannino queste pratiche violente che ci riportano ai tempi bui della nostra storia e che sono inaccettabili oggi per una società democratica come la nostra". Insomma, anche la grillina accredita la versione dell'aggressione sionista fornita da Rubio, il quale non ha portato prove a supporto, se non il suo essere a favore della causa palestinese.
Ma le parole peggiori sono quelle che arrivano da Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista, il quale dichiara: "Esprimiamo la nostra solidarietà a Chef Rubio per la feroce e vile aggressione squadrista subita che lo ha ridotto a un'impressionante maschera di sangue. Un'aggressione che, per le modalità con cui è avvenuta, poteva sfociare in una tragedia. Questa aggressione non nasce certo dal nulla, in quanto è legata alla battaglia che Chef Rubio sta conducendo da tempo contro il genocidio in atto in Palestina. Battaglia che gli è già costata una denuncia del tutto infondata e strumentale, finalizzata solo a cercare di tappargli la bocca". Insomma, Barbera non ha dubbi sulle responsabilità dell'accaduto.
"Purtroppo questo violento pestaggio avviene dopo mesi di insulti e minacce che hanno avvelenato il dibattito sulle atrocità commesse da Israele sul popolo palestinese - riprende -. In questo pesante clima ci sono gravi responsabilità anche da parte dei rappresentanti della comunità ebraica italiana che, a differenza di quelle di altri paesi, si sono appiattiti sulle indifendibili posizioni di Israele", afferma. Parole pesantissime, accuse che lasciano interdetti. "Posizioni", quelle della comunità ebraica, "condannate da tutto il mondo, con l'eccezione dei governi occidentali, complici come il nostro del massacro in atto in Palestina. Chiediamo alle autorità competenti di assicurare al più presto alla giustizia gli autori di questa violenta aggressione e di fare immediata chiarezza sulle dinamiche che si nascondono dietro a questo inquietante episodio. In particolare se esistano nel nostro Paese gruppi organizzati filoisraeliani di autodifesa, in realtà finalizzati a contrastare con la violenza il movimento di solidarietà alla Palestina, citati su alcuni siti web nazionali e internazionali. In questo caso ci troveremo di fronte non solo a qualcosa di inaccettabile e illegale, ma anche di natura eversiva", conclude Barbera, paventando addirittura l'esistenza di "gruppi israeliani di autodifesa". Ci si chiede: chi è che, in Italia, avvelena il clima?