Paralleli

Piero Fassino, veleno di Alessandra Mussolini: "Non può pagare...", caos in studio

A L'aria che tira, su La7, David Parenzo e i suoi ospiti parlano tra le altre cose dell'inchiesta di Genova che ha portato agli arresti domiciliari del governatore ligure Giovanni Toti e Alessandra Mussolini sente... profumo di Fassino. Una battuta fulminante che crea scompiglio in studio. 

Il fatto che i magistrati non vogliano sentire Toti e che l'inchiesta sia uscita adesso, dopo 4 anni, a ridosso delle elezioni europee fa impazzire la Mussolini. E l'europarlamentare di Forza Italia incalza: "Perché non facciamo con tutti la stessa cosa? C'è un bel deputato del Pd che a un duty free ha pensato bene di prendere un profumo e metterselo in tasca perché lui mica poteva fare la fila a pagare. Lui doveva andare, doveva partire". Il riferimento, ovvio, è a Piero Fassino, ex segretario dei Democratici di sinistra indagato per furto di un profumo Chanel da 130 euro dalla Procura di Civitavecchia dopo le testimonianze di commesse e vigilantes di un negozio all'aeroporto di Fiumicino. 

 

 

 

"Non se n'è più parlato ma è la stessa cosa", è il parallelo Fassino-Toti della Mussolini. "Ma infatti è stato scritto su tutti i giornali", obietta Parenzo. "Era su tutti i giornali ma non è che sto sentendo intercettazioni e testimoni", protesta la Mussolini alzando la voce.

 

 

 

"Ma è un profumo...", aggiunge ancora il padrone di casa: "E tu non lo devi pagare, David, perché devi partire...", ironizza ancora la Mussolini. "Stiamo parlando di una roba da 40 euro che è grave, ma non è la stessa cosa", prosegue ancora Parenzo. "Il deputato in carica che commette forse una cosa di questo tipo deve dimettersi per potersi difendere o no? Deve dimettersi o no? Deve dimettersi o no?", ripete la Mussolini. E Fabrizio Roncone del Corriere della Sera svicola: "Non posso seguire la sua campagna elettorale". 

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