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Moni Ovadia stronca Giannini e la chat: "Pseudo-sinistra piaciona e salottiera"
La sinistra che si divide su tutto si è divisa anche nella chat creata da Massimo Giannini su Whatsapp. Un gruppo organizzato "per celebrare la Liberazione" al quale sono stati invitati, come rivela il Fatto quotidiano, "ex premier (Romano Prodi, Massimo D’Alema, Paolo Gentiloni, Enrico Letta), tre quarti dei notabili del Pd e dei partiti d’opposizione (da Stefano Bonaccini fino a Pier Luigi Bersani), grandi editori (Carlo De Benedetti, Urbano Cairo), magistrati, giuristi, cantautori (in testa Venditti e Baglioni), scrittori (ovviamente c’è Antonio Scurati), artisti, comici, presentatori televisivi e il gotha del giornalismo italiano: una stanza virtuale di antimelonismo militante, riempita dagli ego galattici dei migliori e peggiori intellettuali del Paese", si legge nell'articolo.
All'inizio, la chat sembra "un gruppo come tanti, per farsi gli auguri, nel nome sacrosanto dell’antifascismo. Ma deraglia rapidamente".
A dare il colpo di grazia alla chat di Giannini è l'invitato Moni Ovadia che letteralmente "demolisce la costituente gianniniana: 'Caro Massimo, questo patrimonio è stato disperso da una falsa pseudo sinistra che ha abbandonato il valore della radicalità nel difendere i principi inderogabili come l’antifascimo per diventare piaciona e salottiera'".
E restando nella fase delle liti nel gruppo è esilarante la battuta del comico Dario Vergassola, il quale "riassume mirabilmente: 'Essere cosi tanti in un gruppo di sinistra fa pensare che arrivati a 1000 inizieranno le scissioni'". E infatti...