Mister TgLa7

Enrico Mentana, Rai: "Nessuno si lamentava quando restava fuori solo FdI"

"Non ho difficoltà a dire che il mio contratto scade il 31 dicembre del 2024. Quindici giorni dopo compio 70 anni, cosa mi metto a fare?": Enrico Mentana, intervistato da La Stampa, ha smentito così le voci, rilanciate da Fiorello, di un suo possibile passaggio da La7 al Nove. Sui recenti acquisti di Discovery, invece, il direttore del TgLa7 ha detto: "In tre quattro anni ha portato Crozza, Fazio e Amadeus. Non mi pare la rivoluzione d’ottobre". Secondo lui, inoltre, si tratterebbe solo di mercato, non certo di una questione di clima ostile: "Se uno se ne va dalla Rai quando comanda il centrosinistra si dice in un modo, quando comanda la destra si dice in un altro. Lavorerei molto volentieri in una rete televisiva con Amadeus, ma non mi immagino una Rai povera senza di lui".

Commentando la protesta di Usigrai, che dice di non voler essere il megafono del governo, e il pacchetto di scioperi già annunciati, Mentana è stato netto: "Sono entrato al Tg1 e rimasto lì 8 anni quando il direttore non cambiava a ogni nuovo governo, ma a ogni congresso della Dc. Nessuna Usigrai si è mai lamentata del fatto che tre anni fa c’era un unico partito di opposizione". Il riferimento è a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni: "Non è che stia dicendo 'poverini li dobbiamo capire', ma di cosa stiamo parlando? Della campagna elettorale rispetto ai tempi di presenza del governo? È questo l’allarme democratico?". 

 

 

 

Mentana ha poi dato un suo parere sulla querela presentata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei confronti del filologo Luciano Canfora per averla definita "neonazista nell'anima": "Penso che se qualcuno dice a me, perché di madre ebrea, che sono un massacratore dentro, lo porto in tribunale". E ancora: "Non sono sicuro che oggi lo rifarebbe e non sono sicuro che lo avrebbe fatto se fosse stata uomo. Un intellettuale ha una responsabilità doppia: perché conosce l’importanza delle parole e perché ha un seguito. Canfora parlava davanti a degli studenti, cos’è un cattivo maestro se non questo?".

La premier ha sporto querela quando era leader di un partito di opposizione, dunque non ancora a Palazzo Chigi. Per questo, molti intellettuali di sinistra la stanno invitando a ritirare la querela ora che rappresenta un potere dello Stato. Non è d'accordo con questa richiesta Mentana, che ha detto: "Penso che se Canfora chiedesse scusa sarebbe un obbligo morale, per Meloni, ritirare la causa, ma la libertà deve avere un limite: non è mia o tua, è di tutti".