L'ultima magagna

Pd, la candidata in Piemonte si fa propaganda con gli studenti

Pietro Senaldi

Il sistema Pd a Torino è pervasivo. Prende tutto ciò che è pubblico e parastatale. È una piovra che si tiene insieme grazie a una rete di potere fatta di favori, scelte pilotate, incarichi, scambi. L’inchiesta sugli affari di Sasà Gallo, indagato, e il figlio Raffaele, non indagato ma dimissionario dalla carica di presidente del Consiglio Regionale e costretto a non ricandidarsi, è un esempio, un risvolto penale di un modo di fare che, il più delle volte, non ha nulla a che vedere con il crimine. Sono semplicemente carinerie, pratiche politicamente scorrette, consuetudini coperte da un’omertà che da queste parti chiamano riservatezza.

Circola voce, a riguardo, che la candidata dem alla presidenza della Regione, Gianna Pentenero, attuale assessore al Lavoro del Comune di Torino, avrà un sostegno inconsueto, che si potrebbe anche chiamare aiuto inopportuno per la sua campagna elettorale. Se tutto andrà come previsto, infatti, la signora potrà avvalersi niente meno che dei tirocinanti della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Torino, che le sarebbero messi a disposizione da tal G. B., ricercatore quotato già autore di tomi sulla storia del Pd.

 

 

Beninteso, parliamo di una sorta di stage formativo, un’esperienza di lavoro sul campo; forse qualche euro, di entità simbolica, i ragazzi lo raccatteranno pure, ma è curioso che l’ateneo non pensi di rendere lo stesso servizio agli altri candidati in lizza. Non che Scienze della Comunicazione sia una delle eccellenze dell’istruzione sabauda, più rinomata per il Politecnico o, al più, le facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche. Però, come si dice a Milano: piuttosto che niente, meglio piuttosto. Anche se la cosa non porta buono. C’è un precedente negativo: il sindaco uscente Piero Fassino arruolò gli studenti nel proprio staff nella sfida contro la Appendino. E per la prima volta i dem persero la città.

 


D’altronde, i rapporti tra il Pd e il mondo accademico torinese non sono una novità. Il sindaco, Stefano Lo Russo, è un geologo, docente del Politecnico; i maligni insinuano anche grazie ai rapporti di grande stima con l’ex rettore, Marco Gilli. Stima reciproca, visto che il primo cittadino avrebbe tentato in ogni modo di piazzare il suo mentore alla presidenza della Cassa di Risparmio di Torino. E al posto della Pentenero, come candidato dem alla Regione, avrebbe dovuto esserci Guido Saracco, anch’egli ex rettore del Politecnico, docente di chiara fama al quale non si sarebbe potuto opporre neppure Conte. Poi, da un giorno con l’altro, e misteriosamente, l’uomo che avrebbe messo d’accordo tutti si è ritirato dalla competizione.