Da non credere
Chico Forti, il delirio di Marco Rizzo e dei rosiconi
Ci mancavano (per modo di dire perché li abbiamo sempre avuti) i “rosiconi”. Quelli che di congratularsi e basta col governo Meloni mai, che devono sempre aggiungere una virgola, una mezza polemica, una quarto di eh-però-vuoi-vedere-che. Come Marco Rizzo, il presidente onorario del Partito comunista. La premier non fa in tempo ad annunciare che ha concluso l’accordo per il trasferimento di Chico Forti in Italia, che Rizzo, sugli onnipresenti social e in particolare sulla sua pagina X, cinguetta: «Bentornato a Chico Forti, evviva!». Fin qui, nulla di strano. Ma il commento va avanti: «Una domanda è però legittima». E ti pareva: «La sua liberazione viene scambiata con la totale perdita di sovranità e con l’entrata in guerra dell’Italia per conto degli Usa?». Il quesito sarà pure legittimo, è che però suona sulle corde del più classico complottismo anti-atlantico.
Che c’entra la guerra (probabilmente quella in Ucraina, ma vai a sapere) con il rimpatrio di Forti? Misteri rossi. Poi c’è Giuseppe Conte che, va ricordato, aveva provato pure lui a riportare l’imprenditore trentino in Italia, ma senza riuscirci: in rete, ieri, qualcuno ha ripescato il video dell’allora ministro degli Esteri Luigi di Maio (ai tempi pure lui grillino), del 23 dicembre 2020, in cui, tra un sorriso sfavillante e un «è difficile trattenere l’emozione», proclamava urbi et orbi la risoluzione della più lunga controversa (giuridica) con gli Usa. Che tuttavia è andata com’è andata, cioè in quell’occasione... non è andata. Risultato, Conte, sabato nel primo pomeriggio, a margine di un incontro elettorale a Pescara, ha trovato giusto due minuti per commentare la notizia. Liquidandola con qualche frase di circostanza della serie: «Complimenti al governo per Chico Forti, comprimenti alla nostra filiera diplomatica, all’ambasciatrice a Washington Zappia in particolare.
Hanno lavorato bene e su questo complimenti». Fine. Una citazione (pare dovuta) all’esecutivo, una sottolineatura per gli sforzi dell’ambasciata (per carità, meritatissima) e neanche un accenno a quel che è successo quattro anni fa. Ancora: Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza verdi e sinistra. «È una bella notizia quella annunciata della premier, è il frutto di anni e annidi pressioni che sono iniziate con il governo di Draghi e sono finite oggi col governatore della Florida che dà la sua autorizzazione». Insomma: Meloni c’entra quasi nulla, han fatto tutti gli altri, se non era per Supermario...
Tacciono in casa Partito Democratico: Elly Schlein non azzarda una parola. Tacciono in casa Sinistra italiana: anche da Nicola Fratoianni nessuna dichiarazione. Tacciano i dem e tace buona parte dell’opposizione. Carlo Calenda e Matteo Renzi, sono tutti in altre faccende affaccendati. Mentre su internet si rincorrono i commenti degli elettori di centrosinistra che, tuttavia, di nuovo, di ammettere che sì, è merito di Meloni nisba. «Di solito gli Usa estradano detenuti italiani quando ci abbattono una funivia, dei dirci qualcosa?», scrive un utente sotto la pagina X della premier; «Che ipocrisia, per Ilaria sala non avete fatto nulla», attacca un secondo; «Voi siete capitati lì per caso», rimbotta un terzo. Niente, è la solita tiritera.