la testimonianza

Vittorio Emanuele Parsi: "Quasi morto, nell'Ade ho visto le anime"

Un racconto sconvolgente quello di Vittorio Emanuele Parsi. Il politologo, il 27 dicembre scorso, ha avuto un malore mentre parlava sul palco a Cortina. Operato d'urgenza al cuore, Parsi è finito in terapia intensiva. "Ho sentito tre colpi sul diaframma, come fossi in apnea. Da sommozzatore sai che quando li senti devi riemergere, è l’ultimo avvertimento. Ho capito che c’era qualcosa di grave. Finita la conferenza, ho chiesto che si chiamasse un medico. È arrivata l’ambulanza, siamo andati all’ospedale 'Codivilla'", racconta al Corriere della Sera mentre sta ancora seguendo la riabilitazione.

Escluso l'infarto, a Parsi viene diagnosticato qualcosa di gravissimo: "La mia era una dissezione dell’aorta. Lui mi ha detto due cose che ricorderò sempre. La prima: dobbiamo farle un’operazione salvavita. La seconda: può andare male". Ecco allora che chiama la figlia maggiore e "Tiziana", Panella, conduttrice di La7 con la quale ha un rapporto da due anni. Il professore di relazioni internazionali all’università Cattolica di Milano dice di ricordare tutto il periodo in coma. "Uno Stige, un fiume melmoso, nero, che stava sotto i miei piedi, come Ulisse e Achille. Ricordo di avere visto le radici degli alberi da sotto, come fossi in un crepaccio. E di tanto in tanto, voci lontane".

 

 

A salvarlo proprio il viso della compagna: "Ho visto il suo volto, potevo rivederlo. Ho parlato con mia madre e con mio padre, che non ci sono più: 'Datemi una mano voi, non è il momento di raggiungervi'. È stato allora che ho materializzato nella mente quegli omini di gomma che vendevano nei ruggenti anni’70 e ’80, che si lanciavano sul vetro e si appiccicavano e salivano e scendevano… Ecco, ho visto me stesso un po’ come uno di quegli omini, a risalire l’immenso crepaccio, con tutta la fatica del mondo. E quando poi sono arrivato in cima ho aperto gli occhi. E ho visto Tiziana che era lì con me". Ad oggi arriva a dire che con ogni probabilità quella era "l’Ade, il fiume delle anime morte". Poi il risveglio "terribile". Solo quando i medici gli hanno tolto i tubi "è stato come rinascere".