Il caso
Ilaria Salis, Paolo Mieli: "L'unica cosa che conta". Lo sfogo fa riflettere la sinistra
"Abbiamo una detenuta in attesa di giudizio che denuncia gravi maltrattamenti e un partito della maggioranza che la accusa di reati non commessi: Paolo Mieli, quanto è grave la situazione?".
A PiazzaPulita, su La7, Corrado Formigli processa il centrodestra sul caso di Ilaria Salis, la 39enne attivista antifascista italiana in carcere in Ungheria da quasi un anno con l'accusa di aver partecipato al pestaggio di due esponenti di estrema destra a Budapest, e chiede aiuto all'editorialista ed ex direttore del Corriere della Sera.
"E' gravissimo - conferma Mieli, ospite in studio -. All'inizio sembrava che anche la destra, il governo, Tajani si impegnassero unicamente per sciogliere l'unica cosa che conta. L'unica cosa che conta è averla vista in catene, al guinzaglio. Poi un partito di governo, la Lega, ha ritenuto di dover alzare l'asticella, alzare il tiro".
"Questo - aggiunge Mieli - può complicare la sua situazione per l'unica cosa che conta. L'unica cosa che conta è tirarla fuori, sciogliere quelle catene, togliere il guinzaglio e tirarla fuori. Poi che abbia un processo, va tutto benissimo. Ma l'unica cosa che conta è quell'immagine che abbiamo visto e fare sì che non si ripeta mai più".
Una strigliata alla Lega ma tra la righe anche a chi nella sinistra italiana, nel nome della sacrosanta battaglia per la dignità di un detenuto vorrebbe la Salis già assolta e, magari, pure beatificata.