Mamma mia

Beatrice Venezi, cialtroni all'Opera contro la direttrice d'orchestra

Francesco Storace

Andarono per fischiare e furono fischiati. È il destino amaro capitato a quattro sfigati – letteralmente e numericamente – che hanno pensato bene di organizzare una vigorosa (nelle speranze) ma claudicante (nella realtà) contestazione contro Beatrice Venezia, pericolosa direttrice d’orchestra. Pericolosa perché di destra. Senza nascondersi. A sinistra sono proprio strani, stavolta la protesta è andata in scena all’Opera di Nizza. Qualche settimana fa, a La Scala di Milano con l’eroico spettatore che ha fatto parlare di sé per qualche scarsa giornata dopo aver ululato viva l’Italia antifascista. Insomma, sta prendendo piede una litania un po’ snob, modello Ztl, dalle fabbriche di un tempo si sono trasferiti nei loggioni teatrali a montare un po’ di casino in cerca di celebrità. Ma sono patetici per davvero; la parte restante del pubblico, la stragrande maggioranza, non se li fila e apprezza l’artista a suon di applausi scroscianti.

Quei rivoluzionari più da operetta che da Opera hanno anche esibito uno striscione contro gli immancabili “fascisti” per intimidire una donna che non ha paura come Beatrice Venezi. Glielo hanno scritto in italiano ma non sanno che in Patria siamo orgogliosi di poter annoverare un simile talento. Comunque, era tutto da programma. Quasi fosse parte integrante del copione previsto per il concerto di Capodanno diretto dalla Venezi. La direttrice d’orchestra italiana è stata contestata davvero pochi secondi prima dell’inizio dello spettacolo da quattro spettatori che dal loggione hanno gridato «Non vogliamo i fascisti» e hanno esposto lo striscione con la stessa scritta. Quel che non si aspettavano, gli attivisti sul loggione, la reazione del pubblico in sala, che ha contestato proprio loro a suon di buu.

E ha applaudito la Venezi persino quando ha indirizzato uno sguardo nella direzione dei manifestanti e ha rivolto loro uno spettacolare inchino per poi avviare il concerto. Quei soggetti già nei giorni scorsi – erano una cinquantina di persone- avevano manifestato contro l’evento e a luglio gli stessi comitati avevano chiesto all’Opera di Nizza e al comune di annullare il concerto diretto dalla consigliera musicale del ministro della cultura Sangiuliano. Tutto vano, perché se questa donna è richiesta da tante istituzioni culturali in varie parti del mondo un motivo ci sarà e non è certo politico. Ma squisitamente professionale. Beatrice Venezi ha raggiunto nel corso dell’anno 2022 livelli di autentico primato. Le cronache ricordano il suo concerto per il giubileo di platino della Regina d’Inghilterra Elisabetta II, a Buckingham Palace il 4 giugno scorso, accompagnando Andrea Bocelli nel suo «Nessun dorma».

Più recentemente Beatrice Venezi ha diretto la 25esima edizione del Concerto di Natale nell’aula del Senato di Palazzo Madama a Roma. E c’è invece chi va ancora a caccia di fascisti, tirando fuori dai loro scantinati materiale d’archivio ideologico senza alcun collegamento con la realtà. Per tentare di impedire l’evento si era scomodata persino l’Anpi. L’associazione partigiani aveva chiesto all’amministrazione di Nizza di impedire l’esibizione di Beatrice Venezi, aizzando la contestazione degli estremisti di sinistra. Sono i soliti antipatrioti, che vedono solo nemici e pensano di individuarli addirittura ad un concerto. Ma gli è andata davvero male, a giudicare dall’accoglienza riservata dal pubblico al Maestro Beatrice Venezi. L’arte libera è più forte di loro.