Santa Claus
Babbo Natale? Esiste e ha duecento anni: ecco chi è davvero
Oggi Babbo Natale compie ufficialente 200 anni. Ovviamente non il San Nicola veramente esistito che fu il nucleo storico del personaggio. Neanche il personaggio di fantasia che non esiste e di cui è peraltro spesso un problema spinoso per i genitori spiegare ai figli la non esistenza. Ma il 23 dicembre 1823 fu pubblicata negli Stati Uniti la poesia A Visit from St. Nicholas, nota anche come Twas the Night Before Christmas e The Night Before Christmas.
Una visita di San Nicola, Era la notte prima di Natale o La notte prima di Natale che sia, era comunque anonima. «Non sappiamo a chi essere debitori per la seguente descrizione di questo personaggio semplice e delizioso, dalla bontà paterna, ovvero Santa Claus», fu la presentazione del direttore del Troy Sentinel: giornale di una cittadina che si chiama appunto Troy, che ha oggi circa 50.000 abitanti, che è appiccicata al capoluogo dello Stato di New York Albany, e che ha comunque in comune con Babbo Natale una remotissima origine nel territorio dell’attuale Turchia. Sulle coste della Frigia si trovava infatti la Troia di quell’Iliade da cui inizia la civiltà occidentale, e che è omaggiata nel nome di Troy. Non lontano dalla Troia di Omero si trovano sia la Patara in cui San Nicola nacque attorno al 270, sia la Myra di cui fu vescovo e in cui morì il 6 dicembre 343: nella data che, appunto, da allora è a lui dedicata. Attuale Turchia ma allora di cultura greca e sovranità romana.
LE SPOGLIE DEL SANTO
Nel 325 sarebbe stato il vescovo Nicola uno dei 318 partecipanti a quel Concilio di Nicea che definì la formula del “Credo” in contrapposizione all’eresia di Ario, e una tradizione afferma che in quell’occasione a Ario stesso avrebbe dato un pugno o uno schiaffo. Poiché peraltro la ricognizione che la notte tra il 5 e il 6 maggio del 1953 fu fatta sulle reliquie custodite nella Basilica di Bari a lui dedicata trovò anche chiari segni di un trauma al naso, non manca chi sospetta che il famoso eretico abbia potuto rispondere con una testata. Più ancora che per la sua muscolare difesa dell’ortodossia, San Nicola fu al suo tempo popolare soprattutto per la sua generosità. Soccorse il popolo della sua diocesi durante una carestia; ottenne dall’imperatore che gli venissero ridotte le tasse; distribuì il ricco patrimonio ricevuto in eredità dai genitori.
La leggenda che per salvare tre ragazze povere dalla prostituzione abbia gettato loro di notte dalla finestra sacchi di monete d’oro da usare come dote è stata poi rielaborata nell’altra tradizione che lo vede regalare cibo e denaro alle famiglie povere, introducendoli in forma anonima da finestre o camini. Ancora più tarda è la leggenda che lo vede resuscitare tre fanciulli assassinati, e che comunque lo conferma amico dell’infanzia. Santo generoso e produttore di abbondanza, San Nicola ha il suo corpo conservato a Myra fino al 1087, quando con la motivazione ufficiale di sottrarlo ai musulmani avanzanti, un commando di 62 baresi guidato da due sacerdoti si impadronisce delle spoglie, portandole a Bari il 9 maggio. E lì stanno ancora, ma quel viaggio delle spoglie in mare ne aveva fatto un protettore dei marinai.
Nella marinaia Olanda Sinter Klaas sopravvive anche dopo la riforma protestante con la sua ostilità al culto dei santi, vestito del verde dei marinai olandesi diventa uno spirito dispensatore di doni natalizi, e passa in America nel 1625 attraverso la fondazione di Niew Amsterdam, che nel 1664 diventa New York.
Ribattezzato Santa Claus, nel XIX secolo si lega ai nuovi modelli di consumo di massa di cui gli Stati Uniti si fanno pionieri, legandosi però allo stesso tempo alla tradizione cristiana e a più ancestrali tradizioni pagane di divinità dispensatrici di doni: in particolare il germanico Odino con la sua barba bianca e il suo cavallo a otto zampe Sleipnir, che diventa la slitta con le renne.
E qui veniamo appunto a quel poemetto di 200 anni fa, appunto nell’area della grande New York, e subito divenuto un grande successo, più volte messo in musica. Tra chi lo ha cantato anche il Nobel per la Letteratura Bob Dylan. Solo nel Natale del 1838 la poesia fu ufficialmente attribuita a Clement Clarke Moore, insegnante di lingue e letterature straniere e studioso di teologia newyorkese, vissuto tra 1779 e 1863, che avrebbe scritto il poema nel 1821 o 1822 per allietare i suoi sei bambini la sera della Vigilia di Natale dopo una gita in slitta.
IN TUTTO IL MONDO
Sarebbe stata una sua amica a cui era molto piaciuto a girare lo scritto al Sentinel Troy, a sua insaputa. Ma in seguito saltò fuori un’altra attribuzione a Henry Livingston Jr.: poeta di origine olandese vissuto tra 1748 e 1828, che avrebbe scritto i versi tra 1804 e 1805. Da lui lo avrebbe imparato una donna poi divenuta l’istitutrice dei bambini di Clement Clarke Moore, che gliela avrebbe insegnata. Difficile ormai districarsi su questa querelle autoriale. È certo invece che il testo nel descrivere una Vigilia di Natale in una casa degli Stati Uniti dove i bambini a letto hanno lasciato le calze appese in attesa dei regali da parte di un San Nicola/Santa Claus descritto con una barba bianca, le guance rosse, il naso color ciliegia e vestito con una pelliccia, che giunge a bordo di una slitta e scende dal camino con un grande sacco in spalla.
L’Invenzione della Tradizione, per dirla alla Hobsbawm, è completata dalla citazione dei nomi delle otto renne: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donner e Blitzen. Il portatore di doni che infine se ne va pronunciando le parole “Buon Natale a tutti e a tutti buona notte!” diventa così una cosa diversa dal San Nicola che portava i regali il 6 dicembre. Nel 1934 esce infatti la popolare canzone Santa Claus Is Coming to Town, mentre la Coca Cola lo trasforma in suo testimonial. Così il costume si trasforma da verde a un rosso che però riprende anche la veste originale dei vescovo San Nicola. E col successo della Coca Cola il personaggio di Santa Claus in inglese, Babbo Natale in italiano, Père Noël in francese, Papá Noel in spagnolo, Weihnachtsmann in tedesco eccetera irrompe in tutto il mondo.