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Chiara Ferragni, Roberto D'Agostino: "Perché deve cambiare mestiere"

Roberto D'Agostino entra a gamba tesa sul caso Ferragni. L'influencer, travolta dallo scandalo pandoro Balocco e uova di Pasqua Dolcipreziosi già multata dall'Antitrust per oltre un milione di euro e ora sotto la lente della Finanza per conto della Procura di Milano, secondo il creatore del sito Dagospia deve cambiare mestiere

"Chiara Ferragni propone il suo corpo, più che abiti griffati e sfilate. Mi spiace, ma con l’intelligenza artificiale si può creare una Ferragni senza passare dall’originale" perché lei, attacca Dago, non è altro che "una favolosa nullità", anche se ha 30 milioni di follower. 

 

 

"È legittimo promuovere creme e prodotti vari, ci mancherebbe", precisa Roberto D'Agostino, "quel che non sopporto sono i pipponi, le tirate moralistiche, il mettere in mezzo solidarietà, carità e altre virtù". E ancora: "Organizzano la serata contro il cancro alla mammella, poi detraggono questo e quello, alla fine cosa rimane? Al bimbo arriva qualcosa? Loro invece fanno passerella, stringono mani, allacciano relazioni, lucidano l’immagine che serve per moltiplicare gli affari. Non è beneficenza, è tornaconto. E invece è tutto un dirsi 'come siamo bravi' ma non è così".

La verità è che "sono cinici. E già gli ho fatto un complimento". D'Agostino lo aveva già detto in faccia a Marina Di Guardo, la mamma di Chiara Ferragni, cosa pensava di sua figlia, in tempi non sospetti, nel 2019, da Piero Chiambretti: "Ma io avevo già detto tutto alla mamma di Chiara, quel giorno in tv. E lei a strillare: 'Questo è un agguato'".

 

 

Le aveva detto che "Chiara è solo una modella con delle belle gambe, non parla, non va in tv. Però il figlio si può dire che sia nato su Instagram. Anzi, per Instagram. Non era ancora venuto al mondo e già era un spot, anzi uno spottino. Ora però lei si è sgonfiata, è l’altra faccia della vestaglia. Hai visto Safilo?". 

Bene, secondo Dago, ci sarà un effetto domino. "La domanda la faccio io: come può pensare di andare avanti dopo quello che è successo? Poi c’erano già stati scricchioli", quando "Diego Della Valle aveva messo la Ferragni nel cda di Tod’s, credendo che il suo nome facesse vendere chissà quante scarpe", ricorda D'Agostino. "Invece è andata in un altro modo, le attese sono andate deluse e alla fine è stata messa alla porta".