Le conseguenze

Chiara Ferragni, "aperta un'inchiesta": la mossa della Procura di Milano

Dopo l'esposto del Codacons, la Procura di Milano apre un'inchiesta sul caso Ferragni. Il procuratore Marcello Viola ha deciso di assegnare il fascicolo all’aggiunto Eugenio Fusco, a capo del Dipartimento "frodi e tutela consumatori". La decisione segue l'esposto per truffa aggravata depositato da Codacons e Assourt in oltre 100 Procure d'Italia. Sotto la lente ci è finita la vendita dei cosiddetti pandori solidali, griffati "Chiara Ferragni", risalente a un anno fa. Vendita i cui ricavi sarebbero dovuti andare in beneficenza all'ospedale Regina Margherita di Torino. Protagonisti della vicenda l’influencer e il gruppo Balocco, che aveva messo a disposizione i suoi pandori.

In questo momento il fascicolo è un modello 45, cioè senza ipotesi di reato, né indagati. E gli eventuali accertamenti saranno affidati alla Guardia di finanza. Il fatto, comunque, determinerà più avanti anche di dover decidere quali magistrati saranno territorialmente competenti. Il Codacons aveva depositato l'esposto in 104 Procure e quella di Milano è stata la prima ad aprire un fascicolo, a quanto risulta. La modalità di presentazione della campagna per la vendita del pandoro, si legge nell'esposizione, "è risultata ingannevole ed aggressiva, in spregio ai consumatori, i quali sarebbero stati sensibilmente influenzati nella loro capacità decisionale, soprattutto alla luce della destinazione dei ricavati ai bambini gravemente malati". 

Nel frattempo, c'è chi chiede di revocare alla influencer l'Ambrogino d'oro, assegnatole nel 2020 insieme al marito Fedez per l'impegno dimostrato durante la pandemia, quando i due lanciarono una raccolta fondi per sostenere la terapia intensiva del San Raffaele di Milano. Il primo ad avanzare questa proposta è stato il capogruppo di Fratelli d'Italia al Consiglio comunale, Riccardo Truppo, seguito oggi dal Codacons.