L'impegno
Atreju, Caterina Funel: "Ho scelto di stare fuori dal branco". FdI, la leader del futuro?
Classe 1995, romana di origine, Caterina Funel rappresenta il "futuro" di Fratelli D'Italia. Indaffaratissima a Castel Sant'Angelo a Roma come leader nazionale di Gioventù italiana in molti le dicono che sarà la nuova Giorgia. Ma lei alza le mani: "Ti sbagli. Io sono solo Caterina", ha detto a Vittorio Macioce che l'ha intervistata per il Giornale. Eppure il piglio della Fuel, che l'ha portata a diventare uno dei capisaldi della politica giovanile romana di Fdi, è molto simile a quello di Giorgia Meloni. Chissà forse deriva dal fatto che anche lei vive alla Garbatella, come la premier alla sua età: una "enclave rossa" della Capitale dove evidentemente hanno imparato entrambe, fin da piccole, a difendere le sue idee. "Non c’entro proprio nulla con il fascismo", puntualizza al Giornale spiegando che "no, non perché sono nata alla fine del secolo. È che proprio non mi piace. Non mi appartiene".
Caterina Fuel spiega poi che ha scelto di scendere in politica con Giorgia Meloni nel 2011 "per rabbia e sconforto". Tutto comincia con una manifestazione dei Black Bloc dalle parti di San Giovanni, riassume Macioce. È guerriglia urbana che da via Merulana va verso la basilica e distrugge quello che incontra. È una fiumana in passamontagna e brucia e distrugge, frantuma. A via Labicana c’è una palazzina. Finisce in fumo. "Era di mio nonno, un generale del genio civile", puntualizza Caterina Fuel. Nessun risarcimento, perché c’è una violenza che non fa rumore.
"Quel giorno ho deciso di stare fuori dal branco". E il branco sono i suoi compagni di scuola, dove se non sei di sinistra stai dalla parte sbagliata, dove le parole d’ordine sono sempre le stesse, dove i "buoni" ti dicono cosa pensare. Tu sei la fascista. "Non c’entro proprio nulla con il fascismo. Non mi piace. Non mi appartiene". I suoi eroi sono ribelli, divergenti, con questa smania di non rinnegare la libertà. È Katniss di Hunger Games. "Non è un caso che la festa del movimento giovanile si chiama Phoenix. È la ragazza di fuoco. È il canto della rivolta". È Shiva Amini, la calciatrice iraniana. Non crede in Dio e se le chiedi il suo orgoglio italiano, risponde: "Mio nonno".