Stracci volanti
Italo Bocchino stana Carlotta Vagnoli e lei sbrocca: "Non mi infantilizzi, mi lasci finire!"
Tiene ancora banco l'assalto alla sede Pro Vita e Famiglia durante il corteo femminista di domenica. E tiene banco anche a Otto e Mezzo, il programma condotto da Lilli Gruber su La7, dove nella puntata di lunedì 27 novembre si confrontano in modo acceso Italo Bocchino e Carlotta Vagnoli, scrittrice e attivista femminista.
Ad aprire le danze, imbeccata dalla Gruber, è la Vagnoli: "Giorgia Meloni è stata molto dura nell'attacco alla sede dell'associazione Pro Vita, e ha ricordato come l'assalto alla sede della Cgil fu condannato da tutti mentre questo assalto no. Cosa è successo? Come sta la questione?", chiede la conduttrice.
"Sicuramente la violenza va condannata, questo è fuori da ogni dubbio - premette la Vagnoli -. Parliamo di un atto di vandalismo e un attacco di matrice fascista, quello alla Cgil. Ma proprio perché come dice Meloni vanno condannati tutti gli attacchi violenti, bisognerebbe ricordare anche i protégé del governo. Dietro ai pro vita ci sono persone che continuano a fare coercizione riproduttiva ed è una grande violenza, sono stati segnalati tantissimi cartelli di propaganda affissi per le strade da pro vita e anti-aborto, tutti levati, perché facevano una propaganda violentissima sui corpi delle donne e della comunità trans. Stiamo parlando di violenza a 360 gradi", rimarca la Vagnoli.
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A quel punto interviene Italo Bocchino, il quale sintetizza in modo efficace quanto appena detto dall'attivsta: "La Vagnoli in sostanza dice che non si dovrebbe fare, e che però loro se lo meritano". Una frase che fa scattare l'attivista: "Non ho detto questo", "Di fatto sì", replica il direttore del Secolo. Dunque l'attivista, alzando il dito in favor di telecamera: "No, sono abbastanza sicuro di quel che dico e la prego di non infantilizzarmi. Le violenze vanno tutte condannate. Mi faccia finire! Mi faccia finire!". "E perché il movimento femminista non la condanna?". "Non posso rispondere per il movimento femminista e per Non una di meno, posso dirle quello che penso io: vanno condannati come atti, perché poi vanno in secondo piano le rivendicazioni politiche che quella piazza portava. Meloni non scenderà nel merito delle proposte politiche, perché c'è un casus belli che verrà cavalcato", conclude la Vagnoli. Un pensiero, francamente, piuttosto scivoloso.
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