Appello anni '90
Zerocalcare scende in politica: "Scarcerate subito Ocalan"
Riecco Ocalan. Riecco Nichi Vendola e Giovanni Russo Spena. Un tuffo nel passato. Nei favolosi anni Novanta. Quando i comunisti- sì, si chiamavano ancora così - erano al governo e si infilarono, per ragioni ideologiche, in un intrigo internazionale molto più grande di loro, mettendo a rischio le relazioni diplomatiche ed economiche del paese. Sono passati 25 anni. E sono ancora loro a chiedere la liberazione di Abdullah Ocalan, fondatore del Partito turco dei lavoratori, esponente della minoranza curda. Con un testimonial di eccellenza: Michele Rech, in arte Zerocalcare.
La battaglia pro Kurdistan si interseca con il conflitto tra Israele e Hamas. Creando cortocircuiti. La sinistra radicale italiana sta con i curdi. Ma i curdi sono nemici di Erdogan. Ma Erdogan è amico dei palestinesi. E di Hamas. Ma Hamas è alleato con i jihadisti. Ma l’Isis è stato combattuto dai curdi. Ci avete capito qualcosa? Be’ neanche loro, i compagni. Confuso sembra anche Zerocalcare, nuovo prototipo di idealista con la Amex platinum. Gli americani sono brutti e infami quando abbandonano l’Afghanistan lasciando i curdi con le mitragliette scariche. Sono buoni e visionari quando Netflix produce le sue serie. Bah.
Vale la pena ripercorrere la storia di Ocalan. Novembre 1998: il leader del Pkk sbarca a Roma. Arriva dalla Russia e, forse illuso da qualche deputato italiano, qui spera di ottenere asilo politico. Rimane in una villa a Roma Sud, in una specie di stato di detenzione. Attende, ma Palazzo Chigi non decide. Il premier è Massimo D’Alema e si trova a fronteggiare la furia turca, che minaccia il boicottaggio delle aziende italiane, e l’ira degli Usa. Alla fine i comunisti italiani non mantengono la promessa. Ocalan, che in patria è considerato un terrorista, viene affidato ai servizi segreti greci. Ed è un loro agente, ha rivelato Baffino anni dopo, a “vendere” il latitante a un paese terzo. Che poi lo consegna alla Turchia. Il curdo viene condannato a morte. Poi la pena è commutata in ergastolo. E sta ancora lì, nelle patrie galere.
Ora però la sinistra si ricorda di lui. Che, dal punto di vista di Ocalan, forse è più un male che un bene. Viste le esperienze passate con i compagni italiani. Camera dei deputati, ieri. Conferenza stampa con i parlamentari di Alleanza Verdi Sinistra, il portavoce del comitato “Libertà per Ocalan”, Russo Spena, e Yilmaz Orkan dell'ufficio di informazione del Kurdistan in Italia. Guest star: Zerocalcare. Che fa un appello: «L’Italia faccia la sua la richiesta della liberazione di Ocalan». Il leader curdo «ha dato un contributo fondamentale a quella che è stata l'esperienza democratica del Rojava che ha visto uomini e donne curde combattere e respingere l’Isis sul campo», aggiunge il fumettista, «tutto questo non sarebbe stato possibile senza il suo apporto ideale, anche dal carcere. Adesso sta in isolamento totale, una situazione inumana che non gli consente di svolgere il ruolo di pace».