Sorpresa

Giovanni Minoli, "colpo di teatro: le dimissioni di Netanyahu"

Serve "un colpo di teatro" per rovesciare le sorti in Medio Oriente e permettere a Israele, spiega Giovanni Minoli a L'aria che tira su La7, di trovare il pieno sostegno del consesso internazionale nella guerra a Gaza contro Hamas. E' un problema politico, spiega il grande giornalista papà di Mixer, ma anche di opinione pubblica.

"Questa è una guerra dei video, una guerra di comunicazione - esordisce in studio, intervistato da David Parenzo -. Israele ha subito un massacro di portata straordinaria, incredibile. Però praticamente non l'abbiamo visto, ci è stato raccontato, le immagini sono state pochissime e non si è costruita l'emozione collettiva del mondo, come per l'Olocausto. Questo perché subito dopo il premier Benjamin Netanyahu ha detto: vado, spiano Hamas, rado al suolo la Striscia di Gaza, libererò tutti e farò un massacro". Una strategia, spiega Minoli, che si è sovrapposta inevitabilmente alla emozione "che si sarebbe dovuta e potuta costruire a favore della situazione che si era creata nel mondo intero". 

 

 

"Gli altri invece - prosegue il giornalista riferendosi a Hamas e ai raid su Gaza - pubblicano tutto -, la guerra dei video va combattuta e Netanyahu ha già perso in partenza, decidendo di non combatterla. Lentamente ha capito che 2 milioni di palestinesi e il gruppo di Hamas non erano proprio la stessa cosa e ha cominciato a distinguere, anche perché la pressione internazionale è stata fortissima. Biden gliel'aveva anche detto: non fare gli errori degli Stati Uniti in Afghanistan, a noi era costato carissimo e anche a te potrebbe costare carissimo". 

"Cosa succede se Netanyahu si dimette": guarda il video di Giovanni Minoli a L'aria che tira

 

Il clima sta cambiando, sottolinea Minoli, "anche per colpa di Netanyahu. Non ha ascoltato Biden, ha fatto l'errore peggiore dando la colpa all'esercito e ai servizi segreti per non averlo avvertito. Poi ha fatto marcia indietro, dimostrando la confusione mentale di un comandante in capo che perde la credibilità, avendo già mezzo Israele contro. Mi ricordo del pilota d'aereo che si rifiutò di portarlo a Roma". 

 

Una serie di errori continui, "forse perché pressato e poco sicuro del suo consenso", che portano Minoli a lanciare una provocazione: "Nell'interesse delle democrazie occidentali, di Israele e degli ostaggi, per cui chiede la libertà senza condizioni e abbiamo visto com'è andata a finire quando il Papa lo ha chiesto per Aldo Moro, secondo me quella che potrebbe sembrare una sconfitta potrebbe rivelarsi il colpo di teatro che può rovesciare tutto a favore di Israele, l'Occidente e Islam moderato".

 

"Quale sarebbe questa sconfitta?", domanda Parenzo. "Le dimissioni di Netanyahu, che lascia perché ha sbagliato. Lo ha detto anche lui. Ricordo Golda Meir dopo Monaco non ha detto una parola e uno per uno li ha beccati tutti e li ha ammazzati tutti, e poi si è dimessa", è il riferimento ai terroristi palestinesi di Settembre nero "giustiziati" nel giro di diversi mesi dopo il terribile attentato ai Giochi olimpici del 1972.