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Chance Giardiniere fa impazzire i mastini della verità coccolati da De Benedetti: uno strano caso

Leporello
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Monta la polemica su X tra “Chance Giardiniere”, profilo anonimo, e i fact-checkers di Open. Gli animi si scaldano, vengono richiamati etica e deontologia, #SiamoTuttiGiardinieri va in tendenza mentre Bonifacio Castellane chiede una riflessione sulla qualità del fact-checking, su chi ne abbia titolo e sul sistema mediatico.

Pare che nulla sfugga al fiuto dei mastini della verità che ovviamente è sempre politicamente corretta, inclusiva e liberal: segnalano e bloccano chiunque, seduti sempre dalla parte giusta del tavolo e sempre coccolati dalle fattucchiere, i giornali di John Elkann, Carlo De Benedetti e la tivù di Urbano Cairo.

La storia si ripete come pure la domanda: “Quis custodiet ipsos custodes? (Chi controlla il controllore?). Così c’è chi obietta ed emerge che questi cacciatori di fake news vere o presunte sono pagati da chi del circo mediatico è parte. “La fiducia è bene, il controllo è meglio” disse a suo tempo Vladimir Ilyich Lenin, che a ragione potrebbe definirsi il padre dei moderni fact checkers.

Lui, allora impose il controllo massivo per soggiogare alla verità ufficiale - Pravda - una società russa da sovietizzare. Loro, oggi, sembrano seguire la stessa strada.

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