A Otto e mezzo

Sechi dalla Gruber: "Gaza ha scelto la guerra". E Travaglio va in crisi

A Otto e mezzo Lilli Gruber legge il titolo in prima pagina di Libero: "L'Onu dichiara guerra a Israele". E al direttore Mario Sechi chiede: "Dove l'hai letta questa dichiarazione di guerra?". "L'ho letta ovviamente nel discorso di Guterres, che condanna Hamas ma, e questa è la cosa rilevante, l'occupazione giustifica le azioni dei terroristi".

In collegamento c'è anche il direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio, forse l'unico a difendere il segretario generale dell'Onu. "No! No! Dove hai letto che giustifica?", si scalda. Sechi rintuzza: "Lo abbiamo letto tutti il discorso, e come sempre il giochino del sottinteso che de facto prende una posizione filo-palestinese che Guterres può sostenere ma con molte difficoltà, visto quello che sta succedendo".

 

"Gaza non è tutta la Palestina - ricorda ancora il direttore di Libero -, e Gaza ha scelto la guerra. Come ricordava Paolo Mieli poco fa (in studio a La7, ndr), basta vedere le migliaia di missili lanciati su Israele, le coperture che si danno ai terroristi di Hamas, gli ostaggi, le minacce non velate ma palesi sul fatto che senza accordo qualcosa a questi ostaggi succederà... Questo è il punto, Gaza ha scelto la guerra".

"Gaza ha scelto la guerra". Sechi contro Travaglio, guarda il video di Otto e mezzo

Travaglio si mette a leggere le parole di Guterres: "E' una posizione equidistante tra i due Stati, non tra Israele e Hamas". "E' tutto palese, Marco, e tu questo non lo cogli e francamente mi dispiace", interviene Sechi, con Travaglio che dà in escandescenze: "Guterres conosce la storia di Israele, a differenza tua, non diciamo scemenze". "La storia la conosci anche tu e hai deciso di tenere una posizione equidistante".

 

La Gruber si allarma e blocca i due direttori: "Non diamo patenti di equidistanza per favore". A mettere tutti d'accordo è Mieli: "Oggi Erdogan ha usato parole molto più chiare". Per la cronaca, il presidente turco ha definito i miliziani di Hamas "liberatori, non terroristi". Concetto che qualcuno, in Italia, ha già dimostrato di condividere e di gradire.