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Patrick Zaki, la replica: "Non sono con Hamas. Ma...", altra vergogna
Patrick Zaki, dopo la polemica che si è scatenata per i suoi post su Twitter a favore del popolo palestinese, ha replicato con un lungo post. Dove ha precisato di non essere pro-Hamas ma ancora una volta non ha speso una parola per le vittime israeliane dell'attacco di sabato 7 ottobre. "Nel conflitto tra Israele e Palestina nessuno può essere ritenuto filo-Hamas se sostiene la Palestina. Non sono con Hamas ma sembrerebbe che assumere la posizione di difendere i civili palestinesi vi metta in una situazione difficile"
L’attivista per i diritti umani Patrick Zaki, l’ex studente dell’Università di Bologna che ha trascorso 22 mesi in carcere in Egitto per diffusione di false notizie atte a destabilizzare la sicurezza nazionale, interviene così in un longo post su Facebook, dopo critiche mosse da alcune testate giornalistiche italiane su una sua presunta affiliazione ideologica al gruppo armato Hamas. Quest’ultimo ha lanciato un attacco contro Israele sabato scorso, innescando la dura risposta militare di Tel Aviv, che da giorni continua a bombardare la Striscia, dove vivono almeno 2 milioni di palestinesi.
In Italia, secondo Zaki, la vicinanza al popolo di Gaza "è problematica, soprattutto perché tutti i media internazionali sono pro-Israele e non parlano della grave crisi umanitaria che c’è nella Striscia. La mia priorità", sottolinea, "sarà sempre la vita dei civili, condannerò sempre qualsiasi violenza contro i civili in tutto il mondo, e così facendo sarò sempre dalla parte dei deboli e contro il fascismo e l’occupazione". E ancora: "Sono stato e continuerò a essere un fervente sostenitore della causa palestinese e del diritto del popolo palestinese a riconquistare le proprie abitazioni e terre, le quali nel corso della storia sono state violentemente depredate. Le politiche razziste e di colonizzazione del governo di Netanyahu costituiscono la radice dello stato di guerra apparentemente perenne in cui ci troviamo ora, con il tragico risultato della perdita di migliaia di vite civili, tra cui donne e bambini innocenti".
"Il mio impegno è da sempre e invariabilmente guidato dalla tutela dell’umanità e dei diritti umani. Non potrò mai avallare né giustificare atti di violenza o omicidi. Al contrario, sostengo con fermezza il diritto della popolazione palestinese a resistere e a difendersi, prendendo le distanze da ogni giustificazione delle politiche religiose conservatrici ed oscurantiste di Hamas". Per il ricercatore, "giudicare gli eventi attuali in Palestina senza tenere conto della lunga storia della questione palestinese e delle sue radici, senza inserirli in un contesto storico, equivale a dare una visione distorta e parziale della realtà. Questa prospettiva è ingiusta e necessita di una riconsiderazione critica. Il mio sostegno è rivolto al popolo palestinese in difficoltà, alla verità e alla giustizia ovunque esse siano necessarie, e la mia posizione rimarrà dalla parte degli oppressi e di tutti i civili che hanno perso la vita". Ma Israele non riesce nemmeno a nominarlo.