Madamine
Federica Borrelli, fiato alle tombe (e si levano i salotti): Berlusconi nel mirino
Fiato alle tombe. Federica Borrelli, figlia del compianto procuratore Francesco Saverio Borrelli, posta il fastidio – e la cosa è di dominio pubblico – per la decisione dell’amministrazione municipale di Milano: iscrivere Silvio Berlusconi nel famedio civico. «Vorrei fare cancellare il nome di mio padre immediatamente!», minaccia. E aggiunge: «Non ho parole! Berlusconi è un personaggio che ha creato imbarazzi a un intero Paese, e questa iscrizione crea ulteriore imbarazzo».
Si scopron le tombe, si levan i salotti. Giuseppe Sala, fremente nei calzini arcobaleno, allargale braccia e spiega la decisione per “volontà significativa” della politica cittadina ricevendone comprensione dalle fattucchiere nostre, i giornali di John Elkann, Carlo De Benedetti e la tivù di Urbano Cairo. Tutto un dar fiato alle tombe ma una punta di dolcezza, urge. Nella prosopopea moralista di Federica Borrelli si riconosce l’uggia del nobile marchese signore di Rovigo e di Belluno, l’ardimentoso eroe di mille imprese – con tanto di tuba, monocolo e mantello – allocato nella tomba gentilizia de ‘A Livella di Totò.
Giusto quello che intima a don Gennaro, ‘o puveriello scupatore di prendersi le quattro ossa e spostarsi lontano. Ricordate? «Ancora oltre sopportar non posso/la vostra vicinanza puzzolente/Fa d’uopo, quindi, che cerchiate un fosso/tra i vostri pari, tra la vostra gente». E ricorderete allora anche la risposta: «Sti ppagliacciate ‘e ffanno sul’e vive/nuje simme serie... appartenimmo a morte!».