Altra bufera?

Roberto Vannacci, chi è il suo editore: il precedente clamoroso

Il mondo al contrario è già un successo. Ad ammetterlo Beppe Cottafavi, scrittore e curatore editoriale. Il libro del generale Roberto Vannacci a suo dire ha ben pochi precedenti, perché "nessun libro ha mai suscitato in Italia tanto clamore". Fortunato allora il suo editore, Adolfo Morganti, che nel 1980 fondò a Rimini la casa editrice "Il Cerchio". "Siamo di chiara impostazione cattolica", premette sulle colonne del Corriere della Sera dopo la polemica che ha travolto il generale accusato di aver scritto passi xenofobi e omofobi.

Eppure l'intenzione di Morganti è chiara: "Da anni - spiega - ci opponiamo alla cancel culture: una moda americana ossessiva volta a cancellare le opinioni difformi. Io non conoscevo affatto il generale Vannacci. Mi sono incuriosito, ho comprato il libro su Amazon. Un disastro per la grafica da scuola media e l’assenza di editing". Questo però non l'ha frenato dall'apprezzarlo: "È immediato, ci sono opinioni condivisibili e non. Nessuna perseguibile. Di lui è stata fatta una caricatura, io offro una chiave per leggerne senza filtri il pensiero".

 

 

Che ne sarà del libro non è dato sapersi. Una cosa certa però è che per Morganti non è la prima polemica. Già nel 2000 sollevò una bufera, quando "al Meeting allestimmo una mostra sul Risorgimento 'Un tempo da riscrivere'. Ridimensionammo la figura di Garibaldi. Si arrabbiò persino Indro Montanelli". E ora, di fronte al "Cari omosessuali, normali non lo siete" dichiarato da Vannacci, risponde: "C’è un problema di fondo: la verità delle cose non dipende dalle opinioni".