La bufera

Il generale Vannacci trasferito? La "vendetta" sulla sinistra: sorpassa la Murgia...

Tommaso Montesano

Roberto Vannacci, il generale paracadutista da più di 24 ore nella bufera per i contenuti del suo libro Il mondo al contrario, da lunedì non sarà più alla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze. Il militare sarà trasferito - per il momento “a disposizione”, «in forza extra organica» - presso il Comando delle Forze operative terrestri (Comfoter), sempre nella sede di Firenze. Il suo posto sarà occupato dal generale Massimo Panizzi. È questo, sotto forma di «provvedimento d’impiego» firmato dallo Stato maggiore dell’esercito, il primo effetto della tempesta mediatica suscitata dal volume nel quale Vannacci si scaglia contro il «pensiero unico» sui temi più scottanti: immigrazione, gay, clima e minoranze etniche. Una decisione presa sull’onda della riprovazione per i pensieri dell’ufficiale espressa dallo stesso ministro della Difesa, Guido Crosetto, subito intervenuto per annunciare l’avvio di un procedimento disciplinare sulle «farneticazioni personali» di Vannacci. Crosetto, tuttavia, nega che Vannacci sia destinatario di un provvedimento di «destituzione (nel senso di allontanamento dalle Forze armate)». La bussola, spiega su Twitter il ministro della Difesa, sono «leggi e codice dell’ordinamento militare. Non esistono processi sommari fatti su social o media».

 

 

 

LA LINEA DEL MINISTRO

Crosetto esplicita meglio la sua linea poco più tardi: «Da un lato chiedono “punizioni esemplari”, dall’altro mi insultano perché sarebbe stato punito. Non è stato punito e non avrà punizioni esemplari, sommarie perché, come ho scritto, ci sarà un regolare esame disciplinare. La Difesa ha le sue regole e Vannacci le conosce bene». Insomma: nessuna «radiazione» dalle Forze armate, come chiedono alcuni esponenti dell’opposizione, ma un “esame” - dopo il trasferimento “cautelare” - che segua l’iter del regolamento di disciplina interno. Vannacci, scrive sui social il numero uno di via XX Settembre, non deve né essere buttato all’«inferno», né diventare un «martire». E occorre prendere le distanze, precisa Crosetto, sia da chi esprime pregiudizi «nei confronti della sessualità delle persone»- chiaro il riferimento al generale - sia da chi fa altrettanto, e «con violenza, contro le Forze armate». E qui il bersaglio è il “giacobinismo” della sinistra, che invoca il rogo per Vannacci. Il generale non fa una piega sia sul nuovo impiego, sia rispetto agli eventuali, futuri provvedimenti disciplinari dopo il “processo”: «Riguardo le decisioni prese sul mio servizio non replicherò: risponderò nelle sedi e secondo i tempi che saranno giudicati opportuni». Parole che ufficializzano quello che Vannacci aveva anticipato in alcune interviste ai quotidiani: «Nessun passo indietro». E dunque nessuna accettazione tacita della sanzione in arrivo.

 

 

 

RIVENDICAZIONE

Intervenuto su Rete 4 a Diario del giorno, l’ufficiale rivendica i contenuti del libro: «Esprimo i miei pensieri senza offendere nessuno. Quello che combatto è il pensiero unico e la libertà di parola è garantita dalla Costituzione. Le idee si devono confrontare sul piano delle argomentazioni e non della gogna mediatica». Vannacci rilancia il suo manifesto politicamente scorretto: «Dico che è lecito provare odio per qualcuno, ma questo non significa istigare alla violenza». Ad esempio, lui si sente libero «di odiare uno stupratore o chi fa del male a un bambino». Di certo quanto sta accadendo in queste ore, come nota Ettore Rosato, deputato di Italia Viva, sta alimentando «solo le vendite di un libro che non credo meriti di molta attenzione». Basta dare un’occhiata alla classifica dei libri più venduti su Amazon, dove Il mondo al contrario di Vannacci è adesso addirittura in testa. E precedendo tre volumi di Michela Murgia, recentemente scomparsa.