Nel mirino
Vittorio Feltri, Zaki nel mirino: "Un bulletto, come ci ha usato"
A me il celebratissimo Zaki, un signore di professione studente, che in Egitto ha assaggiato la galera per aver scritto delle puttanate sul Paese che lo ospitava, non è mai stato simpatico. In Italia per anni si è parlato di lui come fosse un martire della libertà, quando invece a me sembrava un bulletto capace di tutto e buono a nulla.
Nonostante questa mia opinione, ovviamente discutibile, allorché ho appreso che Giorgia Meloni era riuscita, grazie a lunghe trattative con i capoccioni del Cairo, a ottenere la sua liberazione dei ceppi nonché il suo ritorno a Bologna, ho provato non solo sollievo, dato che sono contrario al fatto che un individuo, benché sprovveduto, finisca dietro le sbarre soltanto perché si esprime contro le idee malsane di un regime. Confesso: la sua liberazione mi ha favorevolmente emozionato. In casa con mia moglie abbiamo addirittura brindato, cosa che comunque avremmo fatto lo stesso poiché ci piace lo champagne, molto più buono della gassosa.
Ora invece, avendo constatato il cattivo comportamento del giovanotto in questione, mi sono ricreduto e non gioisco affatto della sua riconquista del diritto a rientrare in Italia. Egli infatti, invece di ringraziare la presidente del Consiglio che si è impegnata con successo a riportarlo nella nostra Patria, si è addirittura rifiutato di salire sull’aereo di Stato che gli era stato messo a disposizione per raggiungere il capoluogo emiliano. Scandaloso il motivo di tale scelta: temeva di dover stringere la mano del capo del nostro governo, ciò che evidentemente gli fa schifo come a me fa schifo lui.
Sono persuaso che sarebbe stato meglio che Zaki marcisse in una cella egiziana, così avrebbe imparato che la gratitudine è un sentimento che bisogna nutrire nei confronti di chi ti fa del bene. La Meloni è una grande donna mentre questo ragazzotto è un piccolo individuo che non merita rispetto e neppure la minima considerazione. Essendo tale è pronto per entrare con le carte in regola nel Pd, a fare compagnia alla segretaria ridicola del suddetto partito da cui la gente migliore è in precipitosa fuga. Zaki ha perso un’ottima occasione per dimostrare di meritare la libertà, che è un bene prezioso per tutti tranne che per i comunisti e generi affini. Egli in ogni caso non andrà lontano, perché politicamente e umanamente è un nano. Gli auguro di sparire dalla circolazione. Non merita altro.