Amico e collega
Andrea Purgatori, "l'hanno ucciso". Vittorio Feltri durissimo
"I medici hanno ammazzato Purgatori con il quale ho lavorato anni al Corriere. Sono scandalizzato. Morire a causa di terapie assurde è inaccettabile". La sentenza, tranchant e disperata, è di Vittorio Feltri. Il fondatore di Libero esprime in poche urticanti battute, su Twitter, lo sdegno dei colleghi e degli amici di Andrea Purgatori, giornalista di La7, conduttore di Atlantide, autore di inchieste storiche, stroncato da un tumore a 71 anni, dopo pochi mesi di battaglia.
Una malattia "fulminante", così l'hanno definita i familiari, che poi hanno accusato i medici di diagnosi sbagliata. Il tumore ai polmoni che pochi mesi fa aveva colpito Purgatori secondo le prime analisi avrebbe generato delle metastasi al cervello. Secondo un altro professore a cui Purgatori si era rivolto nelle ultime settimane di vita, però, non si sarebbe trattato di metastasi ma di ischemie, e la terapia adottata sarebbe dunque stata sbagliata e molto probabilmente avrebbe aggravato le condizioni generali del paziente, anziché aiutarlo a guarire. Una fine atroce che ha sconvolto tutti e che ora ha una coda giudiziaria, con due indagati dalla Procura di Roma.
"Gli esperti, alcuni veri e propri luminari, si erano divisi riguardo alla diagnosi di metastasi cerebrali formulata per la prima volta il 25 aprile, in maniera perfino clamorosa — riferisce la famiglia —. Negli ultimi tempi si sarebbe verificata una lite tra esperti riguardo ai risultati di una Tac". In questa situazione confusa, riferisce il Corriere della Sera, tra le ipotesi della causa del decesso prende piede quella di una infezione, una pericardite settica, fatale viste le condizioni già debilitate dalla radioterapia a cui si era sottoposto Purgatori.